Coronavirus, focolaio a Vicenza: il manager a feste e funerale nonostante i sintomi. La virologa Capua: non si va in giro con la febbre

Coronavirus, focolaio a Vicenza: il manager positivo tra lavoro, feste e un funerale. Mistero su una donna cinese
Coronavirus, focolaio a Vicenza: il manager positivo tra lavoro, feste e un funerale. Mistero su una donna cinese
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Sabato 4 Luglio 2020, 10:15 - Ultimo aggiornamento: 13:17

Si allarga il nuovo focolaio di coronavirus in Veneto. I casi positivi registrati a Vicenza, almeno quattro, sarebbero tutti riconducibili al manager della Laserjet di Pojana Maggiore di cui ha parlato furioso il presidente della Regione Luca Zaia. L'uomo è in terapia intensiva attualmente, ma ha rifiutato il ricovero subito dopo aver scoperto di essere positivo al tampone, al rientro da un viaggio di lavoro in Serbia. Ed è mistero su una donna cinese collegata al caso indice che non ha voluto fornire la lista di contatti e informare l'Ulss del suo lavoro.

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Come si legge sul Gazzettino, la donna cinese si è presentata il 29 giugno al Pronto soccorso di Schiavonia con vomito, febbre e diarrea. Prima ha detto di essere disoccupata, poi ha detto di gestire una profumeria ad Adria e che ha svolto attività anche a Lozzo Atestino, Agugliaro, Veggiano, vicino a Vo'. Per paura di nuovi casi di contagio tra contatti non dichiarati, il sindaco di Lozzo ieri sera ha annullato un evento pubblico. Lo stesso manager rientrato dalla Serbia, il cosiddetto caso indice, non ha detto tutto sulla sua rete di contatti e ha continuato a fare una vita normalissima nonostante il Covid-19, frequentando feste e persino un funerale.

Gli operatori del Sisp, Servizio igiene e sanità pubblica, hanno scoperto che l'uomo è tornato il 25 giugno «assieme ad altre due persone» e lo stesso giorno ha accusato febbre, dolore alle ossa, malessere generale. Ciò nonostante, l'imprenditore è andato a lavorare, ha partecipato a una festa e a un funerale. Il 28 giugno è andato al pronto soccorso di Noventa Vicentina ed è risultato positivo al tampone. A Vicenza ha rifiutato il ricovero. Tre giorni dopo, il primo luglio, è finito in terapia intensiva.

All'Ulss non ha dichiarato neanche tutti i nomi di chi era in furgone con lui nel viaggio di rientro dalla Serbia. E arrivano continuamente segnalazioni di persone che sarebbero entrate in contatto con lui. C'è anche un consigliere regionale, il vicentino Joe Formaggio. «Inquietante che ci sia chi, pur sapendo di essere positivo, continua ad andare in giro», ha detto Zaia. 

Tra i casi secondari ci sono un collega di lavoro dell'imprenditore, residente a Pojana Maggiore, un residente a Orgiano che era nel furgone e che rientrava dai Balcani, dipendente della Laserjet, un veronese di Bonavigo, anche lui in viaggio con gli altri tre colleghi dal 18 al 22 giugno. Il quarto caso secondario, quello della donna cinese, è quello che sta facendo lavorare gli operatori del Sisp.

«A proposito di gestione della sanità pubblica. Non si va mai in giro con la febbre. Tantomeno durante una #pandemia. #Veneto #Italia #Eddài». Così su twitter la virologa Ilaria Capua, direttrice dell'One Health Center alla University of Florida, commentando quanto accaduto in Veneto, dove un imprenditore rientrato dalla Serbia e risultato poi positivo a Covid, ha ignorato i sintomi e rifiutato il ricovero, innescando un focolaio.

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