Turismo, Grecia e Austria chiudono agli italiani. In Croazia solo con l'hotel prenotato

Turismo, Grecia e Austria chiudono agli italiani. In Croazia solo con l'hotel prenotato
Turismo, Grecia e Austria chiudono agli italiani. In Croazia solo con l'hotel prenotato
di Cristiana Mangani
4 Minuti di Lettura
Sabato 30 Maggio 2020, 07:38 - Ultimo aggiornamento: 16:03

L'Europa comincia a riaprire timidamente le frontiere, ma per l'Italia restano ancora tanti no. A preoccupare i vicini, più o meno prossimi, è il timore di un dilagare del contagio da coronavirus che, soprattutto nelle regioni del nord, Lombardia in testa, ha livelli di diffusione elevati. Il nostro paese ha, comunque, scelto di consentire gli arrivi dei cittadini Ue già dal 3 giugno, senza alcuna condizione, nonostante Bruxelles suggerisse una data comune, per il 15 dello stesso mese.

Discoteche nel Lazio verso la riapertura il 15 giugno: misurazione della febbre e prenotazioni
La Croazia apre agli italiani: «Basta la prenotazione dell'hotel». La Grecia chiude

LA DIPLOMAZIA
Sulla questione è in corso una intensa attività diplomatica, con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e tutta la Farnesina a lavoro per tentare di far ripartire il turismo. Il ministro sarà in Germania il 5 giugno, il giorno dopo in Slovenia e il 9 in Grecia. Dietro qualsiasi possibile trattativa, resta il nodo dell'andamento del contagio, ma anche la decisione del Governo di consentire gli spostamenti tra una Regione e l'altra, proprio a partire dalla prossima settimana. Mercoledì 3 giugno verrà in Italia il ministro francese Le Drian e, la sua sarà la prima tappa dopo il lockdown. Inoltre - è un ragionamento che viene fatto - qualora persistessero i divieti nei confronti degli italiani, questo, alla fine, potrebbe incoraggiare e incentivare il turismo interno, che necessita di grande sostegno.
 



Al momento, la Grecia, da sempre gettonatissima dai viaggiatori nostrani, ha annunciato la lista dei 29 Stati che avranno il via libera dal 15 giugno, quando gli aeroporti riapriranno ai voli internazionali, ma l'Italia non è tra questi. E, in attesa che il primo luglio il governo di Atene aggiorni l'elenco come promesso, non c'è altro da fare che guardarsi in giro cercando di capire quali - tra le mete fino a ieri dietro l'angolo per le decisioni last minute - sono o potrebbero diventare alla nostra portata. Niente da fare per ora neppure per un'altra ex destinazione principe, la Spagna. Madrid, dove sono in vigore i controlli alle frontiere aeree e marittime dello spazio Schengen fino al 6 giugno, ha elencato minuziosamente le categorie ammesse: tra gli altri, lavoratori transfrontalieri, residenti, diplomatici, tutti con obbligo di quarantena di 14 giorni.

Difficile arrivare anche in Croazia. Neppure qui siamo i benvenuti anche se, con una parziale marcia indietro, Zagabria ha fatto sapere che, con una prenotazione alberghiera in mano, gli italiani potranno entrare. Pesa inoltre l'assoluta mancanza di un coordinamento europeo che consenta di evitare di andare in ordine sparso anche sulla questione della riapertura delle frontiere che, con le dovute precauzioni, è interesse di tutti. «Non può passare l'idea che siamo un lebbrosario», ha denunciato il governatore del Veneto Luca Zaia, che sottolinea la mancanza di una «regia comunitaria».

GLI SCETTICI
Stop ai turisti italiani anche in Austria, che il 15 giugno riaprirà i confini con Germania, Liecthenstein e Svizzera perché - ha precisato Sebastian Kurz - «la situazione in Italia è quella più difficile». Ma il cancelliere lascia uno spiraglio e promette «a breve una soluzione», mentre sulla sua scrivania stanno per piovere cartoline spedite dal Friuli Venezia Giulia - per iniziativa della Camera di Commercio - che lo invitano a venire in Italia per vedere lo «stato dell'arte». Da Berlino, invece, arriva l'ok per tutti a partire dal 15 giugno, mentre resta chiusa la Svizzera. Sempre tra due settimane tedeschi, austriaci e francesi potranno entrare liberamente, mentre per i cittadini degli altri Paesi Schengen e per gli italiani se ne riparlerà forse il 6 luglio. In Francia si potrà andare liberamente a patto di avere con sé un'autocertificazione e dichiarazione di assenza di sintomi da Covid-19. Neppure la Gran Bretagna prevede restrizioni per gli italiani, anche se a partire dall'8 giugno sarà obbligatoria una quarantena di due settimane per tutti coloro che provengano dall'estero.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA