Coronavirus, choc al matrimonio in Costiera: testimone positivo, allerta per tutti gli invitati

Coronavirus, choc al matrimonio in Costiera: testimone positivo, allerta per tutti gli invitati
Coronavirus, choc al matrimonio in Costiera: testimone positivo, allerta per tutti gli invitati
di Ilenia De Rosa
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Sabato 29 Agosto 2020, 23:45 - Ultimo aggiornamento: 30 Agosto, 08:49

Devono sposarsi a giugno 2020 ma spostano la data del matrimonio a causa del Covid. Pronunciano il loro sì sull’altare il 19 agosto, per poi festeggiare con parenti e amici sulla terrazza dello Scrajo terme, in costiera sorrentina. Un’attesa di tre mesi per poter condividere in sicurezza con i loro cari il momento più bello. Nonostante tutto, però, l’incubo Covid si presenta lo stesso. Dopo qualche giorno dai festeggiamenti, gli sposi, entrambi residenti a Vico Equense, scoprono che il loro testimone, il giovane fratello della sposa, è positivo. Immediata, scatta l’attivazione dei protocolli di sicurezza: test a tutti gli invitati, ai dipendenti della struttura, ai musicisti e a quanti quella sera sono entrati in contatto con il 30enne, positivo al Covid-19. Si tratta di un militare, che ha scoperto di aver contratto il virus al suo rientro a Norcia, luogo dove lavora. 

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ADDIO AL CELIBATO
Il giovane è giunto a Vico Equense pochi giorni prima del matrimonio. Ma non ha fatto vita mondana: tra le poche uscite, quella in occasione dell’addio al celibato del cognato, presso una villa privata. Serata trascorsa con gli stessi invitati incontrati il giorno del matrimonio. Sulle terrazze dello Scrajo terme mercoledì 19 a festeggiare gli sposi c’erano circa 70 persone, gran parte delle quali di Vico Equense, città d’origine della coppia. Oltre ai parenti e agli amici, sono ovviamente entrati in contatto con il giovane anche i proprietari e gestori della struttura, i camerieri, gli addetti all’accoglienza, i musicisti e quanti hanno partecipato alla cerimonia. Una rete di contatti tracciata facilmente e, ovviamente, messa sotto esame. 

PRIMI SINTOMI
Il 30enne, che durante la festa stava bene, senza alcun sintomo evidente, ha cominciato ad avvertire un certo malessere dopo qualche giorno, una volta rientrato a Norcia. Lunedì 24 il tampone e il giorno successivo il risultato: positivo al Covid-19. Subito sono stati attivati i protocolli. Gli sposi si sono impegnati personalmente per avvertire la struttura e tutti i loro ospiti. Gli screening sono cominciati già da qualche giorno. In totale 132 i tamponi effettuati. Trenta i risultati pervenuti fino a questo momento: tutti negativi. Si attendono gli altri esiti. Intanto gli sposi, i parenti e quanti erano presenti la sera del 19 sono in isolamento presso le proprie abitazioni. La struttura Scrajo terme è chiusa. Il rispetto di tutte le procedure anti-Covid attuate durante la cerimonia, però, fa ben sperare. Misurata, infatti, la temperatura a tutti gli invitati, rispettato il distanziamento tra i tavoli, usate le mascherine. Inevitabile, però, l’ansia durante l’attesa dei risultati dei tamponi. Una preoccupazione che si è diffusa rapidamente in penisola, creando anche confusione tra le due strutture adiacenti: Scrajo terme e Scrajo mare. In molti, infatti, hanno disdetto le prenotazioni presso lo stabilimento balneare che, invece, ha una differente gestione, spazi diversi ed è attualmente aperto, non essendo stato coinvolto nell’episodio. Diverso il discorso per lo Scrajo terme, i cui gestori sono, ovviamente, in attesa dei risultati dei test. 

IL CASO SONRISA
Paure di potenziali focolai dilagano facilmente dopo quanto accaduto alla Sonrisa, a Sant’Antonio Abate, poche settimane fa. Lì è stata istituita una mini zona rossa a seguito di un’impennata di contagi. Tutto è partito da un primo caso di positività tra i dipendenti dell’hotel-castello, che ha dato inizio a uno screening di tutto il personale e dei residenti nel complesso. Dopo gli ulteriori contagi, la decisione dei proprietari di chiudere e sanificare. Risale a pochi giorni fa la notizia della morte della vedova del «Boss delle cerimonie”, Antonio Polese, la signora Rita Greco. Aveva 80 anni ed era stata ricoverata al Cotugno il primo giorno in cui si è sviluppato il focolaio.

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