Coronavirus, aziende e spostamenti: il Viminale spiega chi può muoversi. Ok spesa nel comune vicino

Aziende e spostamenti, il Viminale spiega chi può muoversi: la circolare ai prefetti
Aziende e spostamenti, il Viminale spiega chi può muoversi: la circolare ai prefetti
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Martedì 24 Marzo 2020, 15:50 - Ultimo aggiornamento: 15:58

Il Viminale ha diramato una circolare ai prefetti spiegando l'ultimo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte. In sintesi la circolare stabilisce che spetta ai prefetti valutare se un'azienda ha i requisiti per restare aperta oppure no. A questo proposito sono in arrivo dei moduli che serviranno alle aziende per comunicare al prefetto competente tutte le informazioni utili a giusticare la prosecuzione dell'attività. Il ministero dell'Interno fornisce inoltre alcune precisazioni sugli spostamenti: la spesa, viene sottolineato, è ammessa anche in comune diverso da quello di residenza, a patto che il punto vendita sia il più vicino a casa. Gli spostamenti per salute, lavoro o necessità sono sempre legittimi ma si suppongono brevi e quotidiani. 

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Le aziende
Spiega la circolare del Viminale che le aziende la cui attività non è stata sospesa dal decreto sono tenute a comunicare al prefetto «le imprese e le amministrazioni beneficiarie dei prodotti e servizi attinenti alle attività consentite», nonché «la ricorrenza delle condizioni previste dalla norma per la prosecuzione dell'attività». La comunicazione - viene precisato - non è dovuta qualora si tratti di attività finalizzata ad assicurare un «servizio pubblico essenziale». Ai prefetti spetta una «valutazione» ed una eventuale sospensione delle attività.

Al prefetto, stabilisce la circolare firmata da Matteo Piantedosi, capo di Gabinetto del ministro dell'Interno, spetta «una valutazione in merito alla sussistenza delle condizioni attestate dagli interessati, all'esito della quale potrà disporre la sospensione dell'attività laddove non ravvisi l'effettiva ricorrenza delle condizioni medesime».

Il meccanismo delineato dal decreto, sottolinea Piantedosi, «non introduce una forma di preventiva autorizzazione da parte» del prefetto ma, «in un'ottica di snellimento e semplificazione delle procedure, legittima la prosecuzione delle attività di cui trattasi sino all'adozione di una eventuale sospensione».

In questa prospettiva, aggiunge, «risulta di fondamentale importanza» che i prefetti valutino «con la massima celerità, avvalendosi del contributo specialistico di qualificati soggetti istituzionali, chiamati a fornire, secondo le consuete dinamiche di una leale collaborazione, idonei elementi atti a consolidare l'impianto del provvedimento sospensivo».

Si invitano poi i prefetti ad avviare «interlocuzioni con gli uffici delle Regioni e degli altri enti territoriali nonché con le Camere di commercio e gli altri organismi eventualmente presenti sul territorio in vista di una preliminare ricognizione dei siti produttivi relativi ad attività potenzialmente interessate dalle disposizioni».

Viene segnalato, infine, che il decreto «consente lo svolgimento delle attività dell'industria dell'aerospazio e della difesa nonché delle altre attività di rilevanza strategica per l'economia nazionale, previa autorizzazione del Prefetto territorialmente competente, cui è conseguentemente demandata la ricognizione dei relativi siti produttivi».

Spostamenti, ecco quando sono consentiti
Il divieto alle persone di spostarsi «dal comune in cui attualmente si trovano», tranne che «per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute», si legge nella circolare, «persegue la finalità di scongiurare spostamenti in ambito nazionale, eventualmente correlati alla sospensione delle attività produttive, che possano favorire la diffusione dell'epidemia». Rimangono tuttavia consentiti i movimenti effettuati «per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute, che rivestano carattere di quotidianità o comunque siano effettuati abitualmente in ragione della brevità delle distanze da percorrere. Rientrano, ad esempio, in tale casistica gli spostamenti per esigenze lavorative in mancanza, nel luogo di lavoro, di una dimora alternativa a quella abituale, o gli spostamenti per l'approvvigionamento di generi alimentari nel caso in cui il punto vendita più vicino e/o accessibile alla propria abitazione sia ubicato nel territorio di altro comune».

Ieri le Forze di polizia hanno controllato, in applicazione delle misure di contenimento del contagio, 228.550 persone e 9.949 sono state denunciate. Gli esercizi commerciali controllati sono stati 87.558, denunciati 103 esercenti e sospesa l'attività di 25 esercizi. Salgono così - indica il Viminale - a 2.244.868 le persone controllate dall'11 al 23 marzo, 102.316 quelle denunciate per inadempienza ad ordini dell'Autorità, 2.348 per false dichiarazioni a pubblico ufficiale, 1.061.357 gli esercizi commerciali controllati e 2.380 i titolari denunciati.

 

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