Coronavirus, scuole chiuse e distanziamenti: misure oltre il 3 aprile

Coronavirus, scuole chiuse e distanziamenti: misure oltre il 3 aprile
di Giusy Franzese e Diodato Pirone
4 Minuti di Lettura
Domenica 29 Marzo 2020, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 17:20

Davvero difficile ora cercare di capire quando potranno riprendere le attività produttive non essenziali. Lo spiega in conferenza stampa a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte: «Ci confronteremo a inizio settimana con gli esperti. Ci manteniamo sempre vigili - dice - per adeguare le nostre valutazioni sulla base delle loro raccomandazioni». Di certo, le attività didattiche non riprenderanno ai primi di aprile, aggiunge il premier.
E' certo dunque che le scuole resteranno chiuse ben oltre il 3 aprile. Del resto il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, proprio ieri ha prorogato con una propria ordinanza tutte le chiusure al 14 aprile per evitare che la popolazione potesse pensare ad allentare la clausura nella quale è costretta.
Forse alcune fabbriche riapriranno lunedì 6 aprile. Ci sta pensando la FCA per lo stabilimento di Melfi almeno per la linea della Compass, la Jeep di cui era stata appena avviata la produzione prima dell'improvvisa serrata. Molte altre imprese stanno pensando a riaprire gradualmente anche perché hanno avuto il tempo di riorganizzare la produzione rispettando la misura di sicurezza di un metro fra gli operatori. Non è chiaro invece cosa accadrà per i cantieri che in gran parte restano inattivi. Con ogni probabilità comunque la ripresa dell'attività economica sarà molto graduale durante tutto il mese di aprile e per la scuola si vedrà il da farsi dopo Pasqua che quest'anno cade il 12 aprile.
A riaprire il tema è stato ieri Matteo Renzi, che in piena epidemia è tornato a lanciare segnali all'Italia più dinamica. «Serve un piano per la riapertura e serve ora. Le fabbriche prima di Pasqua. Poi il resto. I negozi, le librerie, le Chiese. Le scuole entro il 4 maggio». Lo propone il segretario di Italia Viva, Matteo Renzi, intervistato da «L'Avvenire».
Una proposta shock, quella di Renzi, che intanto viene bocciata in modo unanime dalla comunità scientifica e non trova supporto neanche tra i partiti. Rispettoso nei toni, ma durissimo nella sostanza il virologo Roberto Burioni, dell'Università San Raffaele di Milano. In questo momento, commenta Burioni, la situazione è «ancora talmente grave da rendere irrealistico qualunque progetto di riapertura a breve. Al momento bisogna stare tappati in casa, punto e basta».

LE PERPLESSITA'
Solo critiche anche dalla maggioranza di cui Renzi fa parte. Gelido il commento dei Cinque Stelle: «Non vorrei - afferma il capo politico Vito Crimi - che l'uscita di Renzi sia del tipo «chiudiamo tutto, apriamo tutto. Sarà tutto graduale. Il Pd nemmeno replica. 
Anche Carlo Calenda definisce questa proposta «poco seria». Prende le distanze da Renzi, anche se con toni molto cauti, il segretario della Lega, Matteo Salvini: «Leggo di un mio collega senatore che pensa alla riapertura. È giusto ragionare sul domani ma non credo sia il momento». «Molti commentano la mia intervista a Avvenire senza averla letta» ma «commentare senza aver letto è populismo, discutere su idee diverse é politica», replica infine su social Renzi.
Gli industriali, ovviamente, nemmeno ci vogliono pensare ad una proroga del chiudi Italia. «La salute e la sicurezza dei lavoratori vengono prima di tutto, ma le aziende italiane sono in difficoltà sia e non possono resistere a lungo. Sarebbe importantissimo riaprire il prima possibile per garantire la sopravvivenza di tutti i posti di lavoro» scrive in un tweet Licia Mattioli, vicepresidente di Confindustria. Anche gli artigiani premono affinché possano riaprire quanto prima le saracinesche. «È urgente definire una strategia» dice Cna Industria.
Cgil, Cisl e Uil, per ora evitano di prendere posizione. Ma la linea non cambia: la salute viene prima di tutto. Il time out della serrata è fissato a venerdì 3 aprile, un confronto sul tema con il governo probabilmente ci sarà prima a metà settimana. Tante aziende ancora non lo rispettano, denunciano i sindacati. È il caso di Amazon, ad esempio, dove nei magazzini di Passo Corese alle porte di Roma proprio ieri si è verificato un caso positivo di coronavirus.
A temere per una ripresa massiccia delle attività sono soprattutto i metalmeccanici. Il leader Fim-Cisl, Marco Bentivogli, invoca un rientro graduale in sicurezza dei lavoratori. Anche il numero uno della Uilm, Rocco Palombella, è per un rientro graduale: «Riaprire tutto dopo il 3 aprile mi sembra prematuro, dobbiamo ancora capire come procede il contagio. Solo dopo aver bene analizzato l'andamento si può ripartire gradualmente». La Fiom Cgil per ora è netta: «limitare le attività a quelle essenziali».

© RIPRODUZIONE RISERVATA