Coronavirus Napoli, 17enne incinta positiva nel campo rom di Scampia: tamponi a tappeto

Coronavirus Napoli, 17enne incinta positiva nel campo rom di Scampia: tamponi a tappeto
di Melina Chiapparino
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Martedì 14 Luglio 2020, 23:30 - Ultimo aggiornamento: 15 Luglio, 07:49

Tamponi nel campo rom di Scampia, dove una 17enne, al settimo mese di gravidanza, è risultata positiva al Covid-19. È questione di ore e le indagini seguite alle ricerche epidemiologiche dall’Asl Napoli 1, potrebbero individuare un nuovo focolaio da tenere a bada. Nell’ipotesi contraria, gli esami dovrebbero accertate il caso isolato della minore e far tirare un sospiro di sollievo alla numerosa comunità che popola il campo. Stavolta, l’aerea dove si rischia la diffusione del contagio è il villaggio nomadi gestito dal Comune di Napoli, a ridosso della Circumvallazione esterna della periferia nord che - tra quelli in città - è il più stanziale con una forte componente di slavi e percentuali incoraggianti sull’inclusione scolastica dei bimbi. A far preoccupare la comunità rumena è una minore che, in seguito agli accertamenti eseguiti per monitorare lo stato della sua gravidanza, è risultata positiva al Coronavirus sebbene, al momento, non presenti alcun sintomo. 

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Il primo accertamento in merito alla positività da Coronavirus della 17enne rumena, è stato eseguito all’ospedale Moscati di Aversa dove la ragazza si era sottoposta a un controllo per la gestazione portata avanti, fino a oggi, senza alcun tipo di criticità. In seguito all’esito del primo tampone naso faringeo, la ragazzina è stata trasferita al Secondo Policlinico che, dall’inizio della pandemia, è stato attrezzato con un percorso dedicato che il Dipartimento Materno-Infantile ha predisposto per permettere alle donne di partorire in assoluta sicurezza anche in caso di infezione da Coronavirus. Il secondo tampone naso faringeo, quindi, è stato eseguito dall’azienda ospedaliera federiciana il 13 luglio, confermando nuovamente la positività della ragazza ricoverata nella struttura che conserverà i reparti Covid dedicati alle donne e ai loro bimbi fino all’ufficializzazione della fine dello stato di pandemia, come ha assicurato il direttore generale, Anna Iervolino. 

Il ricovero ospedaliero per la minore, che è al settimo mese di gravidanza, sarà dunque sincronizzato su due livelli che includono il percorso di assistenza ginecologica e quello specifico per il contagio da Covid destinato anche al monitoraggio del nascituro. Il dato incoraggiante, riscontrato dai medici del Policlinico è «che nessuna gravidanza ha avuto complicanze correlate al virus e tutti i nati da madre Covid sono risultati negativi». Per la minore si è anche prospettato quindi l’iter per seguirla nel momento del parto ed eventualmente proseguire con l’assistenza pediatrica dal momento che il Policlinico è Hub pediatrico Covid con posti anche in terapia Intensiva. Fino a oggi sono stati assistiti 105 bambini sul territorio, ricoverati 21 minori e attualmente sono assistiti due bambini del focolaio di Mondragone.
 


Le indagini dell’Asl Napoli 1 per la ricerca epidemiologica e l’eventuale individuazione di altri casi Covid correlati alla minore rumena, è partita subito dopo l’accertamento della positività della donna. In questo caso, non è stato semplice risalire ai parenti della minore e costruire i suoi legami più stretti per cui sono stati eseguiti dei sopralluoghi dai nuclei ispettivi dell’Asl all’interno del campo nomadi di Scampia, dove la 17enne risiede. L’iter dello screening ha interessato 11 persone, incluso il marito della donna, tutti sottoposti al tampone naso faringeo ieri pomeriggio e isolati sotto sorveglianza fiduciaria, all’interno dei prefabbricati nel campo. L’Asl, per contenere ulteriormente la possibilità di rischi, ha attivato anche un’indagine parallela a quella epidemiologica basata sui contatti dichiarati dalla minore, considerando sia l’ostacolo della lingua che le possibili frequentazioni all’interno del campo rom dove gli spazi comuni sono quotidianamente condivisi da più nuclei familiari. Oggi, in base agli esiti dei tamponi effettuati, il dipartimento di prevenzione e ricerca epidemiologica della Asl Napoli 1 potrebbe allargare lo screening dei tamponi all’intero campo nomadi. 
 

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