Coronavirus, a Milano muore anziano al Sacco: aveva 80 anni. Città fantasma, treni semivuoti

Coronavirus, a Milano muore anziano al Sacco: aveva 80 anni. Città fantasma, treni semivuoti
Coronavirus, a Milano muore anziano al Sacco: aveva 80 anni. Città fantasma, treni semivuoti
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Lunedì 24 Febbraio 2020, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 10:57

L'effetto del coronavirus a Milano è tangibile già dalle prime ore del mattino: metro e treni pendolari mezzi vuoti verso Milano: sono i primi effetti delle ordinanze che hanno fra l'altro deciso la chiusura di scuole, palestre, musei e cinema. In metro diversi hanno deciso di mettere le mascherine, o in mancanza di quelle si sono avvolti una sciarpa intorno al viso. Spettrale l'aspetto della stazione Centrale di Milano dove questa mattina erano chiusi i bar. «Nemmeno ad agosto il treno così vuoto» è il commento di un pendolare.

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«Ad agosto c'è più gente perché ci sono le vacanze» gli hanno risposto. «Così respiriamo meglio» ha ironizzato qualche passeggero. Mezzi vuoti anche i Frecciarossa. Su quello in arrivo a Milano da Torino alle otto, il servizio bar era chiuso, mentre venivano diffusi avvisi che «sul monitor è presente un vademecum elaborato dal ministero della Salute a cui il nostro personale si attiene scrupolosamente». «La corsa agli alimenti non ha senso. I rifornimenti sono assicurati - ha detto il presidente della Lombardia Attilio Fontana - bisogna fare la vita di tutti i giorni come prima». Intanto, viene rinviato il processo Ruby ter per «l'alto numero di indagati e difensori» che contrasta con le indicazioni fornite dalla corte d'appello di Milano per evitare il contagio da coronavirus. E' la richiesta pronunciata in aula dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano. Il giudice, in assenza di testimoni, ha così rinviato il processo al prossimo 9 marzo data già in programma.

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Morto un anziano al Sacco. È morto all'ospedale Sacco di Milano un ottantenne di Castiglione d'Adda risultato positivo al Coronavirus. Giovedì scorso era stato portato dal 118 all'ospedale di Lodi per un infarto, stesso giorno in cui era arrivato il 38enne che è stato il primo paziente risultato positivo al virus. L'ottantenne è stato ricoverato in rianimazione e poi, risultato positivo al virus, trasferito al Sacco di Milano dove è deceduto.

Procura di Milano chiude al pubblico
La Procura di Milano, guidata da Francesco Greco, ha deciso di chiudere l'accesso al pubblico a tutti gli uffici e alle segreterie dei pm, per evitare la diffusione del contagio del coronavirus, e di trasferire per i prossimi giorni le varie attività di interfaccia col pubblico, principalmente avvocati, online.


Il procuratore, assieme ai funzionari della Procura, in queste ore disporrà delle linee guida con cui, da quanto è stato chiarito, tendenzialmente verranno trasferiti sui canali online tutti «i rapporti con l'utenza» da parte degli uffici della Procura (non di quelli del Tribunale e della Corte d'Appello e degli altri uffici giudiziari del Palazzo). Ci sarà un solo "front office" come interfaccia fisica per il deposito e il ritiro degli atti, lo sportello 'Urp (Ufficio relazioni col pubblico)' dell'ingresso principale di corso di Porta Vittoria (che sarà l'accesso consentito solo per questo, mentre gli altri tre ingressi serviranno per le altre persone che devono entrare). Si cercherà anche di limitare la presenza di persone nei corridoi della Procura e solo chi avrà uno specifico appuntamento, giustificato volta per volta, potrà accedere agli uffici della Procura. Anche i pagamenti degli atti saranno effettuati per via telematica.

Sulla gestione delle attività nel Palagiustizia milanese c'è stata una lunga riunione tra i vertici degli uffici giudiziari milanesi, dell'amministrazione penitenziaria lombarda, anche col presidente dell'Ordine degli avvocati di Milano Vinicio Nardo. Negli uffici della ricezione atti della Procura passano circa 200 avvocati al giorno e dalla Procura, di fatto il più importante, per mole di atti, ufficio pubblico milanese, vengono rilasciati circa 600mila certificati l'anno. «Questo ufficio non può permettersi di andare in quarantena, se uno si ammala», ha spiegato Greco. Già oggi alcuni lavoratori provenienti dalle 'zone rossè non hanno potuto presentarsi in Procura.


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Nell'unico bar aperto al piano terra della stazione Centrale di Milano alle 8 di mattina il personale racconta di essere in attesa di indicazioni dal titolare per le prossime giornate. «Siamo qui a rischiare - spiega - e stiamo anche con le mani in mano, perché non c'è gente. Ormai si chiudono tutti in casa: noi abitiamo nella periferia di Milano e sa che mio suocero ieri è andato a fare alla spesa all'Esselunga ed è tornato indietro dicendo che i banchi erano tutti vuoti? Poi siamo andati al Gigante e qualcosa abbiamo trovato, ma poco». 
Cosa fare. I bambini? In montagna con i nonni. La mamma anziana? Perfetta la seconda casa al mare. Non sarà fuga dalla città, ma chi può si sta organizzando per far lasciare Milano ai parenti che non lavorano. Con le scuole chiuse, poi, per i genitori è diventato un problema anche gestire i bambini. Chi fa smart working li tiene a casa, ma non tutte le aziende hanno deciso per il lavoro da remoto, anche se questa mattina a girare per Milano - con i mezzi semivuoti e le strade con poco traffico - l'impressione è che in molti abbiano preferito restare al sicuro tra le proprie mura domestiche. «I miei suoceri abitano fuori Milano, hanno una casa in montagna e sono in pensione, si sono offerti di tenere i bambini questa settimana, perché non approfittarne?» si chiede una mamma. «Dopo aver sistemato i piccoli, mi è venuto in mente che anche mia madre, 75enne, starebbe più al sicuro lontana da Milano - racconta la 45enne - per fortuna abbiamo una casa al mare e l'ho convinta a partire con un'amica per qualche tempo». «Questa settimana non lavoro e mia figlia è a casa da scuola, penso - dice una 38enne milanese - che andremo in Piemonte con i miei genitori, che sono originari di lì e hanno una casa in campagna. La paura è che prima o poi chiudano anche Milano così come hanno fatto per la zona rossa nel lodigiano». A fomentare paure del genere anche le fake news che girano sui cellulari e vengono condivise sulle varie chat.  

 
 

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