Coronavirus Lombardia, sistema in crisi: «Non possiamo più curare tutti»

Coronavirus Lombardia, sistema in crisi: «Non possiamo più curare tutti»
di Claudia Guasco
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Giovedì 19 Marzo 2020, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 11:45

 Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori fa un ultimo sopralluogo all'ospedale da campo in fase di allestimento, bloccato dalla Regione per mancanza di medici. «È una doccia fredda - attacca - Qui in città i morti sono stati quattro volte in più nelle prime due settimane del mese che in tutto marzo di un anno fa». La strage da Covid-19, nei focolai lombardi, è già impressionante guardando i numeri ufficiali, eppure la realtà è anche peggio, «ci sono migliaia di contagiati fantasma» perché i dati «non tengono conto di tutte le vittime che non riescono a essere ricoverate in ospedale e muoiono a casa, senza che sia stato fato loro il tampone».

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MEDICI DALLA CINA
La morsa del virus non si allenta e tiene sempre stretta la Lombardia con 1.959 decessi complessivi, 319 in più soltanto ieri. Il governatore Attilio Fontana non nasconde i timori della giunta per la tenuta del sistema sanitario: «Purtroppo i numeri del contagio non si riducono, continuano a essere alti. Fra poco non saremo più nelle condizioni di dare una risposta a chi si ammala. I nostro ospedali sono allo stremo. I posti in rianimazione non basteranno, siamo nel pieno dell'epidemia», è l'allarme. E parte da qui per chiedere di nuovo ai cittadini di «stare a casa», con crescente irritazione per i disertori dell'isolamento. «Amici, io lo sto dicendo in modo educato, ma fra un po' bisognerà cambiare il tono perché se non la capite con le buone bisogna essere più aggressivi anche nel farvela capire. Non vi stiamo chiedendo un sacrificio inutile, è per salvare delle vite umane. Ogni uscita di casa è un rischio per voi e per gli altri». Se la situazione non cambia, avverte Fontana, «chiederemo al governo di emanare provvedimenti ancora più rigorosi». La regione ha 17.713 positivi, 7.285 ricoverati, 924 pazienti in terapia intensiva, tutti in calo rispetto a due giorni fa ma, come spiega l'assessore al Welfare Giulio Gallera, l'andamento del virus va letto e valutato su scala settimanale. La Lombardia resta in piena emergenza, ieri sono atterrati a Malpensa i primi sette medici e tre infermieri da Shanghai, che hanno srotolato lo striscione Gruppo di esperti medici dalla Cina contro l'epidemia per l'Italia, domani arriveranno altri trenta dottori e 75 operatori sanitari diretti a Bergamo, avanguardia di un «ponte umanitario» che porterà in regione 300 professionisti cinesi. Nel frattempo hanno spedito 400 mila mascherine, 5.000 indumenti protettivi, ventilatori, oltre a guanti, occhiali, monitor e disinfettanti, venti tonnellate di materiale prezioso. «Una volta si dava l'oro alla patria, noi cercheremo di dare mascherine alla patria e vorremmo distribuirle a tutti gli operatori sanitari e ai farmacisti, avendole in grande quantità», afferma Gallera.

BARE IN ALTRE REGIONI
Negli ospedali entrano specializzandi e tornano medici in pensione, a Crema si sta realizzando una struttura mobile e a Cremona viene montato in queste ore un ospedale da campo per sessanta pazienti. A Brescia e Bergamo il Covid-19 miete vittime come la peste. Il 15% dei decessi complessivi è nella provincia di Brescia, che supera Bergamo per contagi, un record: nella casa di riposo di Quinzano sono morti cinque anziani in ventiquattr'ore. A Bergamo ieri sera mezzi dell'esercito trasportavano una sessantina di bare dal cimitero ai forni crematori di Modena e Bologna. La battaglia è dura e richiede sforzi enormi, da qui il controllo degli spostamenti dei cittadini: «Monitoriamo i ponti radio della telefonia mobile e controlliamo gli agganci». Dati raccolti in forma anonima, garantisce il vice presidente della Regione Fabrizio Sala: «Viene controllato il ponte radio e non l'apparato cellulare. Se una persona esce a comprare il pane, il latte, i generi di prima necessità difficilmente cambia ponte radio». Eppure ieri, spiega Gallera, «il Montestella era pieno di gente che correva e andava in bici: anch'io ho un figlio di 15 anni che si fa fatica a tenere a casa, ma è l'unica strada, è un sacrificio necessario». E proprio mentre Gallera e l'assessore Davide Caparini parlavano in diretta Facebook dal palazzo della Regione, sullo sfondo transitavano i runner per la corsetta serale.

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