Coronavirus, dal Lazio al Sud Italia la caccia a chi arriva dalle zone rosse

Coronavirus, dal Lazio al Sud Italia la caccia a chi arriva dalle zone rosse
di Mauro Evangelisti
4 Minuti di Lettura
Lunedì 9 Marzo 2020, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 08:08

ROMA «Vi troveremo e rischierete l'arresto». Le Regioni del Centro-sud minacciano di mandare le forze dell'ordine a cercare coloro che si sono spostati dalle zone rosse del nord e non hanno avvertito le autorità sanitarie. Nel Lazio vogliono chiedere la lista dei passeggeri a ferrovie e aeroporti e degli automobilisti alle autostrade, in Campania hanno bloccato i treni per i controlli, in Puglia il governatore Emiliano ha minacciato «conseguenze penali» per chi torna dal Nord senza avvertire e in 2.000 si sono già «auto-segnalati» on line. Il Viminale però parla d'invasione di campo, sottolinea che «ferma restando l'autonomia di ciascun ente nelle materie di competenza» le ordinanze delle Regioni contenenti delle direttive ai prefetti relative all'emergenza coronavirus «non risultano coerenti con il quadro normativo». Il problema è che alcune Regioni nelle ordinanze si sono rivolte direttamente ai prefetti. Un altro provvedimento, firmato dal capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, chiede alle Regioni di «coordinarsi» con il ministero dell'Interno.

Coronavirus, diretta: in Italia 366 vittime, seconda per morti dopo la Cina. Usa, cancellato torneo di Indian Wells
Coronavirus, Galli: «Impossibile prevedere il picco. Aprire Codogno è una follia»

LA CACCIA
Ma cosa potrebbe succedere? Solo nella Capitale ci sono decine di migliaia di persone arrivate dalle zone rosse del Nord. Sono coloro che nelle ultime due settimane sono passate non solo da Milano, ma anche dalla Lombardia e nelle altre province del Nord Emilia, di Rimini, di Pesaro-Urbino, di mezzo Piemonte e di Padova, Treviso e Venezia: tutti dovranno auto denunciarsi chiamando il numero verde 800.118.800, comunicare i loro passaggi nelle zone rosse del coronavirus come individuate dal Dpcm di sabato, e restare chiusi in casa. L'ordinanza della Regione Lazio cita chiaramente la necessità di «osservare la permanenza domiciliare», «il divieto di spostamenti e viaggi e di rimanere raggiungibile per ogni attività di sorveglianza fino alla valutazione a cura del Dipartimento di prevenzione». Se malauguratamente, poi, c'è anche la comparsa dei sintomi la persona deve avvertire il servizio sanitario che svolgerà il test a domicilio. Addirittura, i concessionari dei servizi del trasporto aereo, ferroviario e autostradale sono obbligati a consegnare i nomi dei viaggiatori. Chi sgarra, rischia di essere punito sulla base dell'articolo 650 del codice penale, che prevede fino a tre mesi di reclusione. «Noi non abbiamo fatto invasioni di campo perché non ci rivolgiamo ai prefetti come altre Regioni», precisa Alessio D'Amato, assessore alla Salute. Ieri sera, però, alcune persone tornate dalla Lombardia e dal Riminese hanno provato a contattare il numero in cui bisogna informare la Regione Lazio (800.118.800) ma per due ore la linea dedicata era occupata. «La potenzieremo - replica D'Amato - abbiamo già ricevuto 13mila chiamate con 40 operatori».
 



CAOS
Questo provvedimento rischia di avere effetti senza precedenti nella storia, ma anche difficoltà e inefficacia nei controlli. E non solo a Roma, perché ordinanze simili sono state firmate dagli altri governatori delle Regioni che non si trovano nelle aree del lockdown italiano. In Toscana «quarantena obbligatoria per chi arriva dalle zone rosse o chi è arrivato negli ultimi 14 giorni, con esclusione degli autotrasportatori»; in Puglia il governatore Michele Emiliano ha prima lanciato un appello su Facebook nella notte tra sabato e domenica ai fuorisede che stavano tornando dalla Lombardia: «Vi parlo come se foste i miei figli, i miei fratelli, i miei nipoti. Fermatevi e tornate indietro. Non portate nella vostra Puglia l'epidemia lombarda, veneta ed emiliana». Poi ha pubblicato un'ordinanza in cui dispone l'obbligo di quarantena fiduciaria per 14 giorni (e su Fb ha sottolineato rivolgendosi a un ipotetico fuorisede che rientrava in Puglia: «Se non rispetti l'ordinanza che ho emesso, stai commettendo un reato e soprattutto sei passibile poi di un processo penale»). Stesso provvedimento di De Luca in Campania. E così ecco un treno proveniente da Milano e diretto a Napoli fermato nel Casertano, con la Polizia Ferroviaria a identificare i viaggiatori. Altre Regioni pronte a bloccare o a mettere in quarantena chi torna dal Nord sono la Sicilia, la Basilicata, la Calabria, l'Umbria. Stessa scelta dell'Abruzzo, dove il governatore Marco Marsilio, avverte: «Sarà di difficile applicazione e altrettanto difficile monitoraggio, se non sarà accompagnata da una vasta e coscienziosa collaborazione dei diretti interessati e delle loro famiglie».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA