Coronavirus, i timori per il contagio nel governo: primi tamponi per due ministri

Coronavirus, i timori per il contagio nel governo: primi tamponi per due ministri
di Andrea Bassi e Marco Conti
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Domenica 8 Marzo 2020, 00:23 - Ultimo aggiornamento: 11:04

Nicola Zingaretti si mostra sereno. Nel video pubblicato ieri nel quale annuncia di essere positivo al coronavirus, il segretario del Pd, e presidente della regione Lazio, sparge dosi di tranquillità e pacatezza. Ma quello di ieri nel governo è stato il giorno della paura. Zingaretti nei giorni della crisi ha avuto girandole di incontri. Politici, sindacalisti, amministratori locali, giornalisti. Le regole dettate dal ministero della Sanità parlano chiaro. 

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LA VISTA
Chi negli ultimi quindici giorni è stato a contatto diretto con una persona poi risultata positiva al virus, deve essere controllato. Due giorni fa, per esempio, Zingaretti ha avuto un vertice con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Per il titolare del Tesoro il tampone sarebbe già scattato. Lo stesso vale anche per il ministro delle infrastrutture, Paola De Micheli. Lunedì scorso Zingaretti ha presieduto una riunione con le parti sociali in vista dei decreti economici del governo.

Un vertice al quale erano presenti, oltre a Gualtieri, anche il ministro Dario Franceschini e il vicesegretario dem Andrea Orlando. 

Il timore più grande è quello che viene definito l’effetto cascata “alimentato” dalla girandola di incontri e riunioni dovuti al doppio incarico di segretario del Pd e di presidente di regione. Federico Mollicone (FdI), arriva a suggerire a Conte di «non sottovalutare» la notizia e consiglia allo stesso premier di fare il tampone. Se qualcuno dei ministri che hanno incontrato Zingaretti dovesse risultare positivo al coronavirus, la quarantena rischierebbe di scattare anche per tutti gli staff, dai capi di gabinetto, ai tecnici delle segreterie, ai direttori dei ministeri.

Tutta la complessa macchina che sta guidando il Paese attraverso la crisi con la predisposizione degli interventi d’urgenza rischierebbe di incepparsi. Il virus, insomma, è entrato nei Palazzi della politica, nei ministeri, a Palazzo Chigi. E lo ha fatto dal portone principale d’ingresso, condotto sulle scalinate marmoree e tra le pareti adornate di arazzi dal più insospettabile degli ospiti, il capo di uno dei principali partiti di governo.

L’OCCASIONE
La paura del contagio è forte, anche se nel governo si cerca di minimizzare e a palazzo Chigi si dicono pronti all’emergenza anche se si escludono al momento che siano stati avviati controlli anche sui componenti dell’esecutivo. «Anche io mi metto in isolamento precauzionale», fa sapere il vicesegretario del Pd che nei giorni scorsi ha avuto più di un’occasione per ritrovarsi con Zingaretti. «Forse è il momento di pensare a una forma di autoisolamento dei politici - azzarda l’azzurro piemontese Osvaldo Napoli che poi spiega: «Voglio dire che i contatti inevitabili di una conferenza stampa o dei convegni o comizi, vanno eliminati». Silvio Berlusconi, per evitare la tentazione della folla, è partito da giorni «su ordine dei medici», fa sapere Antonio Tajani.

In autoisolamento «secondo i consigli dei sanitari», anche il sindaco di Firenze Dario Nardella e poi ancora Gianni Cuperlo e i presidenti delle regioni di Abruzzo e Sicilia Marco Marsilio e Nello Musumeci che nei giorni scorsi si sono riuniti con il collega del Lazio.

In «isolamento fiduciario» anche il vice ministro all’Istruzione Anna Ascani, mentre va avanti l’indagine epidemiologica per ricostruire i contatti che ha avuto negli ultimi giorni il presidente della regione Lazio. Poiché il «virus è democratico» e colpisce senza guardare al colore politico, come sottolinea il virologo Roberto Burioni, dopo aver colpito nei giorni scorsi molti amministratori del Nord di centrodestra, ieri si è spostato a sinistra. Preoccupazione anche al ministero dell’Interno dove nei giorni scorsi si è trattenuta a lungo il prefetto di Bergamo Elisabetta Margiacchi, poi risultata positiva al tampone.

Senza dimenticare anche uomini vicini a personalità politiche, come nel caso dell’agente della scorta, anch’egli risultato positivo, del leader della Lega Matteo Salvini.
Provvedimenti ulteriori sono stati adottati alla Camera e al Senato. Per fronteggiare l’epidemia oltre alla rilevazione della temperatura e la riduzione dei lavori parlamentari, sono stati adottate misure misure precauzionali, distanziando i dipendenti, scaglionando accessi e riducendo allo stretto necessario le attività. Permessi vengono anche concessi ai dipendenti che hanno figli minori a casa.
 

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