Coronavirus Calabria, rivolta dei sindaci contro Santelli. La replica: «Ci siamo noi o regione in preda a crimine»

Coronavirus Calabria, rivolta dei sindaci contro Santelli. La replica: «Noi o regione in preda a crimine»
​Coronavirus Calabria, rivolta dei sindaci contro Santelli. La replica: «Noi o regione in preda a crimine»
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Giovedì 30 Aprile 2020, 19:46 - Ultimo aggiornamento: 19:52

Ha suscitato un vespaio di polemiche e provocato la rivolta di numerosi sindaci, di diversi schieramenti politici, l'ordinanza della governatrice della Calabria Jole Santelli di aprire al servizio ai tavoli, se in spazi aperti, per bar, ristoranti e agriturismo. Il tempo di leggere il provvedimento e di prima mattina è scattata la controffensiva con ordinanze comunali sparse a macchia di leopardo per tutta la Calabria che sospendono l'ordinanza regionale. È successo a Reggio Calabria, governata dal centrosinistra, ed in numerosi altri comuni, in alcuni dei quali la guida è a trazione centrodestra. Primo fra tutti Catanzaro, dove il sindaco Sergio Abramo vanta trascorsi con Fi e, alle ultime regionali, era stato dato in avvicinamento alla Lega anche se poi il passaggio non c'è stato. Nel caso del capoluogo calabrese, però, l'ordinanza sindacale si limita a sospendere fino al 4 maggio quella regionale. 

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E la stessa Santelli spiega poi che Abramo ha semplicemente «chiesto due giorni per organizzare la polizia municipale per i controlli». La governatrice - che comunque incassa il sostegno dei maggiori esponenti calabresi del partito e di una buona parte dei sindaci di centrodestra - in ogni caso non intende fare passi indietro, né di fronte alle proteste dei sindaci, né al fuoco di fila cui è sottoposta per tutto il giorno dalle opposizioni e neanche di fronte alla prospettiva di una diffida governativa ribadita anche in serata dal ministro Francesco Boccia. Prima bolla come fake news una carta circolata sui social in cui si annunciava un differimento dell'apertura, poi ribadisce senza mezzi termini la validità della sua decisione. «O ci siamo noi a dare delle risposte - dice - o questo territorio diventerà preda di chi le risposte le dà e anche velocemente e si chiama criminalità organizzata. È chiaro che si riapre ma non è che avremo i ristoranti pieni. Ci sarà poca gente, c'è paura ma dovremo cercare di rimetterci in moto».

E comunque, ragiona Jole Santelli, dopo le tante misure restrittive, «anche più di quelle nazionali», con questa ordinanza «restituisco un pò di libertà che avevamo sottratto ai cittadini». Intanto, però, ordinanze e contro ordinanze hanno creato scompiglio tra coloro che dovevano essere i beneficiari dei provvedimenti. In Calabria molti bar, anche oggi, sono rimasti chiusi. Alcuni hanno approfittato della situazione per riaprire e pulire i locali dopo settimane di stop in attesa di tempi migliori. Altri hanno tirato su le serrande ma sono stati costretti subito dopo ad abbassarle su intimazione dei vigili di quei comuni che si sono opposti alla decisione della Regione. Per chi, infine, ha deciso di sfruttare subito l'occasione ed aprire, l'ordinanza della Santelli è stata «una boccata d'ossigeno». Quanto questo durerà dipenderà dalle prossime mosse del governo.
 

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