Coprifuoco e serrate: decidono le Regioni. La svolta del governo

Covid, coprifuoco e serrate: decidono le Regioni. La svolta del governo
Covid, coprifuoco e serrate: decidono le Regioni. La svolta del governo
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 21 Ottobre 2020, 00:37 - Ultimo aggiornamento: 13:25

Dopo la Lombardia, anche la Campania annuncia il coprifuoco da Covid: dalle 23 chiude tutto. Si comincia venerdì e non più nel fine settimana di Halloween, come ipotizzava all’inizio il presidente Vincenzo De Luca. La richiesta è stata ufficializzata al governo ieri. Anche gli spostamenti da una provincia all’altra saranno vietati, salvo per chi ha necessità comprovate. Il Piemonte, preoccupato dai contagi fuori controllo della vicina sanità lombarda, per ora mette il lucchetto ai centri commerciali il sabato e la domenica. E per gli studenti delle superiori da lunedì torna la didattica a distanza: metà alunni in classe, metà a casa a seguire il prof col pc, a rotazione. È la stessa iniziativa che prepara la Liguria, dove scatterà il divieto totale di assembramento. Sulle serrate anche il governo, adesso, si affida alle Regioni, in grado di calibrare meglio gli interventi sul territorio. Una svolta, rispetto alla prima fase dell’emergenza.

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Molti governatori si mantengono cauti sui nuovi stop, anche perché i numeri della pandemia, sostengono, cambiano da zona a zona lungo lo Stivale: l’Emilia Romagna di Stefano Bonaccini, che è anche il presidente della Conferenza Stato-Regioni, esclude per ora il coprifuoco alle 23.

Il Veneto è sulla stessa linea. La Sardegna di Christian Solinas ieri ha riunito l’unità di crisi Covid e pure nell’isola, per ora, il coprifuoco rimane un’opzione congelata. Tanti governatori sperano di conservare un margine di autonomia anche se arriverà un nuovo dpcm. Mentre nel Lazio l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, si augura una stretta in tutta Italia.

IL MONITO DEL COLLE
È in questo quadro che il presidente Sergio Mattarella ieri ha chiesto «collaborazione» a tutti gli attori dell’emergenza. «Ciascuna istituzione - ha detto durante la consegna delle onorificenze per chi si è distinto durante la pandemia - certamente comprende che deve non attestarsi a difesa della propria sfera di competenza ma al contrario cercare coordinamento e raccordo positivo, perché soltanto il “coro sintonico” delle nostre istituzioni e delle loro attività può condurci a superare queste difficoltà». Per il capo dello Stato «abbiamo tutti la responsabilità e siamo tutti chiamati a contribuire a sconfiggere la pandemia con i comportamenti responsabili, le mascherine, il distanziamento sociale, evitando occasioni di contatti superflui».

NEI TERRITORI
Le Regioni però, al momento, procedono in ordine sparso. Lo stop ai centri commerciali nel fine settimana è stato deciso dalla Regione Piemonte (ieri 1.396 casi su 13mila tamponi), «anche per la vicinanza alla Lombardia», ha spiegato in video-call il governatore Alberto Cirio. «Abbiamo centri commerciali importanti a ridosso della Lombardia, che li ha chiusi, per cui avremmo rischiato l’invasione. Un rischio che non vogliamo assolutamente correre». La mossa, ha rimarcato il presidente del Piemonte, serve ad evitare un lockdown bis in tutta la regione: «Facciamo oggi quello che ci permette di non chiudere bar, ristoranti, negozi, parrucchieri. È rigore e buonsenso».

In Campania, dove ieri si registravano 1.312 nuovi positivi a fronte di 10mila test, il governatore De Luca ha chiesto il coprifuoco. «Alle 23, da venerdì, si chiude tutto - ha detto - Volevamo partire dall’ultimo weekend di ottobre», quello di Halloween, «ma partiamo ora». Le scuole elementari però riapriranno. De Luca, attaccato ieri dal sindaco di Napoli De Magistris e dal ministro Spadafora, ha lamentato la carenza di medici e infermieri: ne abbiamo chiesti 1.400 e ce ne hanno assicurati 150. Anche l’Ordine dei camici bianchi è preoccupato. La Regione prepara intanto il blocco degli spostamenti da una provincia all’altra, fatta eccezione per chi ha «necessità comprovate». Il Viminale invierà 100 militari per intensificare i controlli Covid. 

In Liguria (907 contagiati in 24 ore su 6mila tamponi), il governatore Giovanni Toti, in contatto continuo con il ministro della Sanità, Roberto Speranza, ha annunciato il divieto di assembramento ovunque. Per le superiori tornerà la tele-didattica, al 50%.
Anche i Comuni si stanno attrezzando. Bari ha chiuso 15 piazze della movida. Firenze ha vietato la sosta nelle aree più affollate del centro. Il Viminale ieri ha emanato la circolare sui controlli dopo l’ultimo dpcm. Sull’obbligo di chiusura a mezzanotte per i locali (alle 18 per i banconi dei bar) sarà «consentito un margine di sforamento». Niente multa per chi rimane aperto oltre i limiti, ma di poco.
 

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