Arcieri in abito medievale con l'arco alzato in segno di omaggio alla passione di Chiara Gualzetti, che amava le rievocazioni, hanno accolto il suo feretro, davanti a una chiesa gremita per il funerale della ragazza uccisa a Monteveglio, da un coetaneo che ha confessato il delitto. Il piccolo paese nel comune bolognese di Valsamoggia si è riunito per l'ultimo saluto alla giovanissima, tanta gente con un fiore bianco o un girasole. La bara bianca è arrivata nel silenzio, seguita dal papà Vincenzo e dalla mamma Giusi in lacrime, fino al tappeto di fiori, sotto all'altare. In centinaia sono rimasti fuori e hanno partecipato alla cerimonia diffusa dall'altoparlante.
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Chiara Gualzetti, i funerali
«Chiara è stata strappata alla nostra comunità», ha detto in apertura il parroco, don Ubaldo Beghelli.
Uccisa da un coetaneo
Il cadavere è stato trovato in un bosco, il giorno dopo, dai volontari impegnati nelle ricerche avviate dai genitori. «Sentiamo rimbombare dentro il nostro cuore la povera voce di una mamma e di un papà che attendono invano, che urlano il nome di Chiara, cercandola», ha ricordato Zuppi nel messaggio. Alle esequie ha partecipato il sindaco di Monteveglio, Daniele Ruscigno, l'avvocato della famiglia, Giovanni Annunziata, la dirigente della scuola frequentata da Chiara, che ha letto un testo con la voce rotta dal pianto. E poi amici, compagni di classe, semplici cittadini, ma anche rappresentanti dell'Udi (Unione donne italiane) sempre al fianco delle vittime di femminicidi, come è stato definito quello di Chiara proprio dal padre, ieri davanti alla camera ardente della figlia. Alla fine il feretro, trasportato verso il cimitero dell'Abbazia per la sepoltura, è stato salutato da un applauso. Sono stati fatti volare verso il cielo palloncini bianchi e rosa. Quindici, come gli anni di Chiara, che ne avrebbe compiuti 16 a fine mese.