Sfruttamento e caporalato a Straberry, così a Milano crolla il mito della fattoria delle fragole

Sfruttamento e caporalato a Straberry, così a Milano crolla il mito della fattoria delle fragole
Sfruttamento e caporalato a Straberry, così a Milano crolla il mito della fattoria delle fragole
di Claudia Guasco
3 Minuti di Lettura
Martedì 25 Agosto 2020, 08:04 - Ultimo aggiornamento: 12:03

Le ape car bianche con disegnati i frutti di bosco, immagini bucoliche del fieno tagliato e delle piantine di fragole in fiore. Tutto a soli quindici chilometri da Milano, nel Parco agricolo sud. Questo l’immaginario creato da StraBerry, azienda agricola da oltre 7,5 milioni di euro fondata da Guglielmo Stagno d’Alcontres, laurea alla Bocconi e aspirazione da banchiere messa da parte quando è stato folgorato dalla passione per i campi.

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Sfruttamento dei lavoratori



Peccato che la realtà, come rivela l’inchiesta condotta dalla compagnia di Gorgonzola della guardia di finanza, sia ben diversa: braccianti costretti a lavorare sotto il sole per nove ore consecutive, senza servizi igienici né docce, con una paga che per i più fortunati arrivava a 4,5 euro all’ora. E costretti a maneggiare fitofarmaci.

VESSAZIONI
Ora Guglielmo Stagno d’Alcontres è indagato con altre sei persone per intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera: le accuse riguardano un altro amministratore, due sorveglianti, due impiegati amministrativi e il consulente dell’azienda che predisponeva le buste paga. Gli investigatori che in due mesi hanno condotto le indagini, innescate dai sospetti sul vorticoso giro di manovalanza con dipendenti che se ne andavano dopo soli due giorni, sono rimasti impressionati dalle condizioni di sfruttamento di chi raccoglieva fragole e lamponi per l’azienda agricola, principale produttore di frutti di bosco in Lombardia. Una fattoria delle fiabe, dalla descrizione del suo ideatore: 25 mila metri quadrati di serre fotovoltaiche, un approccio innovativo e attento alla sostenibilità ambientale premiato per due anni consecutivi da Coldiretti con l’Oscar green.

Ciò che accadeva davvero, stando all’inchiesta della Procura di Milano, non compariva sulla pagina Instagram insieme alle fotografie dei pasticcini ai mirtilli: «Dipendenti trattati come schiavi, pagati pochi euro all’ora, con un orario di lavoro al di fuori di qualsiasi contratto, costretti cambiarsi nei campi, senza bagni né le minime condizioni igieniche», raccontano gli inquirenti. E poi «vessazioni durante il lavoro: una continua vigilanza da parte dei responsabili dei turni e la violazione delle norme anti Covid-19 sul distanziamento sociale per accelerare i tempi della raccolta agricola. Il tutto sotto la minaccia costante del licenziamento». Un quadro di sfruttamento nella fattoria delle favole che comprende anche la prassi di assumere lavoratori per due giorni di prova senza compenso, successivamente non confermati approfittando così della manodopera gratuita. Da qui sono partiti gli uomini della finanza e la Procura ha disposto il sequestro di tutti i beni della società, 53 immobili tra terreni e fabbricati, 25 veicoli e tre conti correnti bancari.

MATEMATICA E CANNOLI
Un brutto colpo per Stagno d’Alcontres, discendente della storica stirpe siciliana che nelle tante interviste si definisce «amante della matematica e dei cannoli». «Mentre i miei amici dopo la laurea partivano per la London school of economics o per New York, io cercavo in Olanda le serre migliori», raccontava. Una sfida imprenditoriale finita nella polvere, «sfruttando i giovani extracomunitari bisognosi di lavorare», è l’amara riflessione degli investigatori.
 

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