Fase 2, il governo frena le Regioni: aperture per zone di rischio e stop all’Alto Adige

Il governo frena le Regioni: aperture per zone di rischio e stop all Alto Adige
Il governo frena le Regioni: aperture per zone di rischio e stop all’Alto Adige
di Simone Canettieri
4 Minuti di Lettura
Sabato 9 Maggio 2020, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 14:25

Dopo la Calabria, Bolzano. La provincia autonoma approva una legge che accelera la Fase 2 in Alto Adige: da oggi potranno perciò aprire i negozi, mentre lunedì tocca a parrucchieri, bar, ristoranti e musei e il 25 invece agli alberghi. Uno strappo sulla Fase 2 che segue quello della governatrice Jole Santelli in Calabria (per cui oggi è atteso il pronunciamento del Tar) e che provoca l'identica reazione già vista per la regione del Sud: legge impugnata. L'annuncio arriva da Francesco Boccia: «Il governo non può fare altro che impugnare il provvedimento, limitatamente alle parti in contrasto con le regole sulla sicurezza sul lavoro».

Fase 2: tutte le riaperture. I ristoranti dal 18: distanziati a tavola. Da giugno i teatri. Il documento

Coronavirus, allerta weekend: controlli al mare, vietato prendere il sole in spiaggia



Il governatore Arno Kompatscher è convinto che la legge sopravviverà davanti alla Consulta: «Ci assumiamo questa grande responsabilità e contiamo sulla collaborazione dei cittadini. È stato giusto dare un segnale di speranza». La mossa altoaltesina provoca subito una reazione nelle altre regioni del Nord in trincea per non aspettare nemmeno la finestra del 18 maggio per riaprire bar, ristoranti, parrucchiere e centri estetici. Da Luca Zaia (Veneto) a Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia) continua il pressing per giocare d'anticipo. Quest'ultimo annuncia, anzi, la data di lunedì prossimo per il ritorno al commercio al dettaglio. Tutto questo caos - anche la Puglia di Michele Emiliano dice di aver in tasca un piano dal 18 molto largo - cozza ancora una volta con le indicazioni del governo. Ma anche con quelle del presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro: «Il virus non ha cambiato né identità né caratteristiche. Violare le regole di comportamento per la prevenzione del contagio, dunque, potrebbe facilitarne la circolazione». Significa che l'indicazione del Comitato scientifica non cambia: la settimana prossima si analizzeranno i dati del debutto della Fase 2 e, solo in base ai vari algoritmi territoriali, si prenderà una decisione. «Solo dall'analisi dei dati, che verrà fatta dalla cabina di regia tra ministero e Regioni, si potranno fare ragionamenti misure successive», dice ancora Brusaferro. Ancora una volta in sintonia con il ministro della Salute Roberto Speranza che torna a predicare di «gestire con grande attenzione e gradualità la fase delle riaperture». Nessuna fuga in avanti - spiega ancora il ministro perché «ci vuole ancora tanta responsabilità altrimenti finiremo col vanificare i sacrifici fatti finora».

LA CLASSIFICA
Si capisce dunque come la situazione rischi di finire fuori controllo. Anche perché i governatori annunciano dal 18 un «liberi tutti» che sarà difficile da controllare. Ecco per esempio Giovanni Toti in Liguria: «L'obiettivo della riapertura complessiva è più il 18 maggio che non prima, anche se non escludo che anche la settimana prossima qualcosa possa riaprire».

Stefano Bonaccini, presidente Pd dell'Emilia Romagna e a capo della conferenza Stato-Regioni, chiede «autonomia» sulle riaperture a partire dal 18. Una prospettiva che si scontra con il piano del governo. Una volta acquisiti tutti i dati sull'indice di contagio e sui parametri imposti dal ministero della Sanità alle Regioni l'idea del premier Conte è quella di arrivare a un Dpcm che divida l'Italia per fasce di rischio. Tenendo conto degli indici di contagio R0 e RT, della preparazione delle struttura sanitarie (posti in terapia intensiva) al ritorno dell'epidemia e in generale delle 21 regole poste dalla comitato scientifica (a partire, per esempio, dall'uso massiccio di tamponi). Di sicuro la settimana prossima si arriverà a un quadro frastagliato dell'Italia alle prese con il coronavirus. E in base a questo, il governo applicherà un Dpcm dividendo il Paese per fasce, entro le quali contemplare l'avvio di determinate attività.

Un allargamento delle maglie, su base territoriale, con una premessa: per la mobilità extraregionale, con ogni probabilità, occorrerà aspettare ancora il 1° giugno. Salvo sempre, certo, il ritorno del virus.

 
 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA