Ahmed Jouider come Henry, morti nel Brenta: le strane coincidenze e i dubbi del papà: «Non credo al suicidio»

Il ragazzo trovato morto anche lui nel Brenta il 20 settembre 2021. Tutti e due studiavano a Padova e vivevano vicini tra loro.

Henry Amadasun
Henry Amadasun
di Lorena Levorato
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 27 Aprile 2022, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 21:27

CADONEGHE -  «Ahmed è morto come mio figlio. Non credo al suicidio». Evans Amadasun, il padre di Henry, il ragazzo di 17 anni ritrovato morto sul Brenta il 20 settembre del 2021 dopo che per 24 ore aveva fatto perdere le sue tracce, non crede al suicidio del figlio. E meno ancora a quello del giovane Ahmed. «C'è qualcosa che non torna! Non è una coincidenza. Devo fare tutte le indagini perché non è possibile che due ragazzi, quasi della stessa età, muoiano nello stesso punto e nelle stesse circostanze misteriose». Henry e Ahmed, 17 e 15 anni; entrambi nati in Italia. Tutti e due studiavano a Padova e vivevano vicini tra loro, separati proprio da quella passerella maledetta. E tutti e due sono stati trovati morti sul fondo del Brenta, nello stesso punto. Appena saputo della scomparsa del giovane 15enne, Evans ha chiamato l'avvocato che li sta seguendo, Marcello Stellin, per confidargli le sue paure e per rinnovargli i dubbi che ancora avvolgono la tragica scomparsa di Henry. «Con il papà ci sentiamo una volta alla settimana - dice il legale della famiglia - Ma da quando è scomparso questo ragazzino, il papà mi ha telefonato più volte. E poi oggi (ieri, Ndr), con il ritrovamento del corpo, mi ha ribadito i suoi dubbi sul fatto che il figlio non si è suicidato. Secondo il padre è stato gettato dalla passerella o è stato costretto a farlo». All'indomani del ritrovamento del corpo di Henry, la Procura ha ritenuto di non disporre l'autopsia che, invece, è stata chiesta dall'avvocato Stellin. L'esame è stato effettuato, il 3 novembre, all'istituto di anatomia patologica di Padova.

Ahmed Jouider, ritrovato morto nel Brenta. A settembre lì morì un altro ragazzo. L'ombra di una banda che spinge i giovani a uccidersi

I primi risultati indicherebbero una morte per annegamento in quanto i polmoni di Henry erano pieni di liquido schiumoso e di resti di fango, quindi il ragazzo era vivo quando è caduto in acqua, Ma questo non toglie i dubbi su come ci sia finito Henry in acqua: volontariamente, sotto minaccia o spinto? Inoltre, stando a quanto riferito agli inquirenti dagli amici, la sera della scomparsa Henry aveva bevuto molto e assunto sostanze stupefacenti.

Il referto tossicologico, invece, sembrerebbe escludere tale circostanza. Positivo alla droga, però, sarebbe l'esame fatto su un capello: e questa sarebbe l'unica falla che si apre sulla morte di Henry. «Posso solo dire che stiamo chiedendo e svolgendo altri riscontri prosegue l'avvocato Stellin - Ricordo, poi, che il cellulare di Henry non è mai stato ritrovato e quindi, i suoi ultimi messaggi, li abbiamo dalle chat ricevuta degli amici». La sera in cui Henry è scomparso, aveva mandato un messaggio vocale agli amici: «Comunque mi dispiace, non so dove sto trovando il coraggio di farlo, ma non sopporto questa vita» ad un'amica, poi, Henry aveva scritto: «Ti voglio bene, prenditi cura soprattutto di te stessa». Tuttavia, i genitori del ragazzo continuano a non credere sia stato il figlio a inviare quei messaggi e nutrono dubbi anche su come il giovane sia arrivato alla passerella dalla quale si sarebbe gettato, visto che la sua bici è stata ritrovata a quasi un chilometro di distanza dall'argine del fiume. 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA