L'Ecobonus al 110% slitta, Gualtieri: «Tasse giù da luglio per 16 milioni di lavoratori»

L'Ecobonus al 110% slitta, Gualtieri: «Tasse giù da luglio per 16 milioni di lavoratori»
L'Ecobonus al 110% slitta, Gualtieri: «Tasse giù da luglio per 16 milioni di lavoratori»
di Andrea Bassi
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Sabato 27 Giugno 2020, 00:44 - Ultimo aggiornamento: 28 Giugno, 11:19

Roberto Gualtieri lo considera il primo modulo della riduzione delle tasse. Quella riforma fiscale invocata sempre più a gran voce. Dal primo luglio entrerà in vigore il taglio del cuneo fiscale deciso dal governo alla fine dello scorso anno con la manovra di bilancio. Per i redditi fino a 26 mila euro, il bonus Renzi passerà da 80 a 100 euro. Per i redditi tra 26 mila e 28 mila euro, prima esclusi dal vecchio bonus, arriveranno 100 euro al mese in più in busta paga. Per i redditi da 28 mila a 40 mila euro ci sarà una detrazione fiscale sul lavoro che comporterà un beneficio mensile decrescente che parte da 80 euro per azzerarsi, appunto, a 40 mila euro di reddito.

«Abbiamo ridotto le tasse a 16 milioni di lavoratori e dal primo luglio gli stipendi aumenteranno per 16 milioni di persone», ha spiegato Gualtieri. «Per 4,5 milioni», ha aggiunto il ministro, «aumenteranno di 100-80 euro netti al mese, per 11 milioni i vecchi 80 euro arriveranno a 100 euro, un aumento significativo, sono sette miliardi di tasse tagliate in modo permanente, un primo passo della riforma più ampia dell’Irpef». 

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LE MOSSE
Non è un mistero che Gualtieri, nella sua riforma fiscale, vorrebbe proseguire su questa strada. Rafforzare cioè, il taglio delle tasse per la classe media, riducendo la terza aliquota fiscale, quella del 38%, in modo da rafforzare il taglio del cuneo e aumentare il netto che i lavoratori ricevono in busta paga. Così come il ministro spinge per una strategia mirata per risvegliare il sistema produttivo dalla doppia dose di anestetico somministrata durante il lockdown: la Cassa integrazione per tutti e il blocco dei licenziamenti. La strategia di Gualtieri è quella di rivitalizzare il mercato del lavoro garantendo una decontribuzione a tempo per chi assume lavoratori senza licenziarli per almeno 24 mesi, oltre ad una sospensione più lunga del decreto dignità eliminando fino a fine anno l’obbligo di una causale per i contratti a termine.

Ma il vertice di maggioranza di due giorni fa ha restituito un governo più che diviso, spaccato. Alle ricette del ministro dell’Economia, il Movimento Cinque Stelle contrappone le proprie, che prevedono il prolungamento per tutto l’anno della Cassa in deroga legata al Covid e del blocco dei licenziamenti. Con una nuova variabile, le proposte dirette del capo del governo Giuseppe Conte. Sua l’idea di ridurre da subito e temporaneamente le aliquote Iva per rilanciare i consumi come fatto in Germania. Proposta accolta gelidamente dai Dem e dal ministro dell’economia per gli effetti incerti, ma per le conseguenze certe, ossia l’assorbimento di una quota rilevantissima dei 20 miliardi di nuovo deficit che il governo si appresta a deliberare per tamponare ancora una volta l’emergenza economica.
 
Così come Conte ha messo sul tappeto l’ipotesi di defiscalizzare il costo del lavoro per le imprese che rinunciano alla Cassa integrazione legata al Covid. L’impressione è che i medici raccolti attorno al letto del malato abbiano diagnosi e cure troppo diverse tra di loro. Ma il problema è anche un altro. La scarsità di fondi rischia di incidere anche sulle misure di rilancio. È il caso dell’Ecobonus al 110% per le ristrutturazioni energetiche e sismiche degli edifici, l’unica vera misura di rilancio inserita nel decreto che pure la parola “rilancio” ha nel suo titolo. L’ecobonus non partirà il primo luglio come previsto dal decreto. Prima di emanare i decreti attuativi della misura, il governo attenderà la conversione in legge del decreto che arriverà a metà luglio. Molte altre aspettative legate all’ecobonus rischiano di essere deluse. La misura sarà sì allargata alle seconde case, ma con il limite di una sola abitazione aggiuntiva. E l’importo massimo agevolabile scenderà probabilmente da 60 a 40 mila euro per unità abitativa. Anche la proroga al 2022 per concludere i lavori è in bilico.
 

 
 


 

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