Agriturismo, iniziano a tornare tedeschi e austriaci: ma in molte regioni una struttura su due non riapre

Agriturismo, iniziano a tornare tedeschi e austriaci: ma in molte regioni una struttura su due non riapre
Agriturismo, iniziano a tornare tedeschi e austriaci: ma in molte regioni una struttura su due non riapre
di Giusy Franzese
6 Minuti di Lettura
Sabato 27 Giugno 2020, 11:29

Un casale con piscina, lunghe passeggiate e tanta buona cucina. Per molti sta diventando la scelta della vacanza sicura in tempi di coronavirus. Tra l'altro a costi accessibili, visto che la media della mezza pensione è intorno ai 55 euro a persona al giorno. Le 24.0000 strutture agrituristiche sparse per l’Italia stanno provando a recuperare dopo il lockdown. Ma non è facile senza gli stranieri che tradizionalmente hanno sempre apprezzato moltissimo gli innumerevoli borghi che affollano la nostra penisola, arrivando a rappresentare negli ultimi anni il 59% delle presenze complessive negli agriturismi italiani. Ora invece bisogna fare i conti con l’assenza di americani, russi e orientali, e gli inglesi timorosi di dover fare la quarantena al loro ritorno. Però qualche straniero, molto timidamente sta tornando. E in alcune zone si registrano richieste da partre di tedeschi e olandesi.
CANCELLAZIONI FORZATE
«Dopo aver raggiunto la cifra record di oltre 14 milioni di pernottamenti lo scorso anno, il comparto agrituristico italiano fa i conti con una crisi senza precedenti con una perdita complessiva per il 2020 di circa un miliardo di euro, pari al 65% del fatturato annuale» calcola la Coldiretti. Hanno influito molto non solo l’assenza degli stranieri, ma anche le cancellazioni forzate delle cerimonie religiose (cresime, battesimi, comunioni, matrimoni) che si svolgono tradizionalmente in questo periodo dell’anno.

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SVOLTA A MACCHIA DI LEOPARDO
Giugno comunque ha iniziato la svolta. Per ora ancora lenta e soprattutto a macchia di leopardo. Non tutte le strutture hanno ripreso l’attività e molte sono ancora mezze vuote. Ci sono però delle eccezioni. In Toscana, ad esempio, la patria dell’agriturismo – secondo il monitoraggio effettuato da Agriturist – ha riaperto il 90% delle strutture. Finora c’è stato un turismo mordi e fuggi, da weekend. Ma da metà luglio sono già tante le prenotazioni, ancor di più in agosto. La gran parte sono italiani che hanno scelto sistemazioni indipendenti in collina, dotate di piscina, per autogestirsi una vacanza in famiglia. E per agosto sono arrivate prenotazioni anche da tedeschi e austriaci.
Agriturismi tutti aperti in Liguria per la ristorazione le camere e l’agricampeggio. Buona la richiesta degli italiani per i weekend, limitata per soggiorni di lunga durata, quasi nulla quella straniera. Per giugno presenze in calo del 60%, rispetto all’anno precedente e un luglio molto a rilento. Per agosto, al momento, sono state raggiunte il 35% delle prenotazioni dello scorso anno.

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Anche la Sicilia ha scelto di ripartire con quasi tutte le strutture agrituristiche aperte (il 90%). Ma per ora le prenotazioni sono ancora al 30% sotto rispetto allo scorso anno. Situazione simile in Emilia Romagna: 90% di strutture aperte, 40% in meno di prenotazioni per l’intera stagione estiva. Ci sono gli italiani, mancano gli stranieri. Per la ristorazione, nel solo mese di giugno, si registra un calo del 25-30% rispetto al 2019.
Nelle Marche giugno è stato praticamente un mese a perdere. Pochissime le prenotazioni. Va un po’ meglio a luglio e per ora sembra che agosto stia marciando. Pochi gli stranieri che hanno prenotato esclusivamente per il mese di agosto. Le preferenze vanno sicuramente alla collina, meglio se a pochi chilometri dal mare. In alcune zone la situazione è ancora drastica.

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LAST MINUTE
Nel Lazio - che in questo weekend ha visto un picco di prenotazioni per il ponte di San Pietro e Paolo festività patronale a Roma - il 30% degli agriturismi ha deciso che non valeva ancora la pena aprire. Le prenotazioni sono caratterizzate dal last minute e, al momento, sono limitatissime per luglio e agosto. Nel solo mese di giugno la ristorazione ha perso il 70%.
Ancora peggio in Abruzzo, dove solo il 50% degli agriturismi è operativo. Si registra un andamento molto lento nelle prenotazioni, soprattutto straniere, e sono diminuite anche quelle italiane. Sta riprendendo la ristorazione, ma ci sono le difficoltà gestionali per i gruppi. Spiccata la preferenza per le località marine e c’è un incremento del cicloturismo.
In Calabria il 40% delle strutture è ancora chiusa. Gli ospiti sono pochissimi: il 50% in meno rispetto allo scorso anno, gli italiani; l’80% in meno gli stranieri. Restano preferite le località vicine al mare.
Le prospettive degli agriturismi piemontesi – evidenzia  il report Agriturist - con la cosiddetta fase 3, non sono migliorate. Ci sono strutture che hanno preferito rimanere chiuse fino a settembre o all’anno prossimo. Le prenotazioni di italiani e di stranieri sono salvate dalla clientela storica. Si ipotizza, per la sola ristorazione, una riduzione di circa il 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per le attività collaterali, fattorie didattiche in primis, si stanno pianificando iniziative per settembre.

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Anche sulle colline e le montagne Venete per ora regna l’incertezza. Le norme sul contenimento del contagio e sul distanziamento sociale hanno spinto molte aziende a non aprire. Nelle 7 province si registrano -70/ -80% di prenotazioni rispetto al 2019, con punte che arrivano al 90% nell’area veronese. Moltissime le disdette appena ricoperte da poche nuove prenotazioni fatte all’ultimo momento e solo nell’immediatezza dell’arrivo. Migliora la situazione per l’ospitalità “business”, legata alle diverse attività lavorative del territorio e una leggera ripresa per la ristorazione. Forte richiesta di attività didattica con i centri estivi.

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Tutti aperti invece gli agriturismi friulani che aspettano fiduciosi gli stranieri. Prevale il last minute principalmente per lavoro, pochi ancora i turisti, che prediligono la montagna e scelgono il mare per i weekend. La ristorazione denuncia una perdita del 30% rispetto allo scorso anno.
Nonostante resti la regione più colpita dal virus sta ripartendo l’agriturismo in Lombardia: il 95% delle prenotazioni è italiana, ma stanno arrivando richieste anche dagli olandesi, belgi e tedeschi.
L’Italia è leader mondiale nel turismo rurale con 24.000 strutture agrituristiche diffuse lungo tutta la Penisola in grado di offrire 253.000 posti letto e quasi 442 mila posti a tavola secondo elaborazioni Terranostra/Campagna Amica su dati Istat.

 

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