Appalti, per le opere strategiche corsie veloci e commissari

Appalti, cambia il codice: per le opere strategiche corsie veloci e commissari
Appalti, cambia il codice: per le opere strategiche corsie veloci e commissari
di Umberto Mancini
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Venerdì 22 Maggio 2020, 00:42 - Ultimo aggiornamento: 07:59

Archiviato il decreto Rilancio, il governo prova ad accelerare sul fronte degli appalti. Peccato che da gennaio lo ripeta a cadenze più o meno regolari. Ricordate la cabina di regia a Palazzo Chigi che avrebbe dovuto sbloccare le infrastrutture? E’ ancora ferma al palo, come i 62 miliardi stanziati e le 749 opere che, stima l’Ance, sono congelate. Del resto, al momento, il processo autorizzativo, dura in media 5-7 anni. Un vero record europeo. E magari quando si conclude, tra ok di Regioni, Corte dei Conti, ministero dell’Ambiente, Cipe, Mit e Mef, Anas e Anac, quell’opera è addirittura superata. Ora, giurano al Mit e a Palazzo Chigi, si vuole cambiare passo. Tant’è che proprio il premier Conte ha annunciato l’imminente riforma.

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LE TAPPE
Per la verità le norme taglia burocrazia avrebbero dovuto confluire nel Cura Italia, poi, come detto in quello Rilancio. Adesso è la volta del decreto Semplificazioni, che potrebbe arrivare, spiegano al Tesoro, nel giro di una quindicina di giorni. Un vero e proprio piano di rilancio dei cantieri e del lavoro ispirato al modello Genova, ovvero alla possibilità di derogare al Codice degli appalti. Conte per la verità preferisce parlare di “modello Italia”. Il Pd frena e vuole garanzie. Il modello Genova - è il ragionamento - non può essere applicato a tutto, ci sono dei vincoli e delle tutele da rispettare. Norme anti mafia e regole ambientali in primis. Per questo motivo, per arrivare ad un compromesso - i 5Stelle sono favorevoli ad una cura shock - si procederà su un doppio binario. Da un lato verranno sbloccate circa 26 opere strategiche adottando procedure straordinarie, derogando cioè dal codice degli appalti. Saranno cioè affidate a dei commissari ad hoc che avranno pieni poteri per tagliare i tempi e riaprire i cantieri. Corsie preferenziali quindi. Su un altro fronte, quello caldeggiato dalla ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli che considera utile l’esperienza di Genova ma non esaustiva, si lavorerà per snellire le procedure ordinarie.

L’obiettivo, ambizioso, è di comprimere i tempi per chiudere l’iter delle autorizzazioni. «Rendere il modello Genova - si spiega - un esempio da replicare, non rinunciando però alla Via, la valutazione d’impatto ambientale e a tutti i controlli ordinari». E questo pere evitare le intrusione della mafia e rendere le gare aperte e trasparenti.
Il pacchetto di misure per semplificare le procedure nei cantieri è comunque almeno in parte già pronto. Previsto, anche se la discussione è aperta, il taglio da 180 a 60 giorni del termine per consegnare la documentazione per la Valutazione di impatto ambientale. Ok, con alcune riserve, anche all’attribuzione di poteri speciali alle stazioni appaltanti e all’attribuzione agli ad di Anas e Rfi, Massimo Simonini e Maurizio Gentili, del ruolo di commissari straordinari per accorciare i tempi di realizzazione delle opere, superando, tra l’altro, i controlli della Corte dei Conti.

Nel pacchetto di misure in arrivo potrebbero trovare spazio anche altri interventi. Dall’obbligo di utilizzo dell’esclusione automatica delle offerte anomale per tutti gli importi, allo scudo penale per le stazioni appaltanti. Per quanto riguarda il rinnovo delle modalità di gara, i costruttori, ma il Mit sembra concorde, premono affinché la presentazione dell’offerta valga quale dichiarazione del possesso dei requisiti di ordine generale e speciale, Nel contempo si spinge affinchè la stazione appaltante prima dell’apertura delle offerte effettui verifiche a campione su un numero di offerenti non inferiore al 10 per cento.

Novità anche per la fase di esecuzione dei lavori. Con l’ipotesi di stabilire l’obbligo di erogazione dell’anticipazione anche laddove l’appaltatore ne abbia già usufruito, per un ammontare pari al 20 per cento del valore delle prestazioni ancora da eseguire, e all’adozione di un primo stato di avanzamento emergenziale, da liquidare entro 15 giorni, funzionale anche alla valutazione dei lavori ancora da eseguire per l’erogazione dell’ulteriore anticipazione.

 
 



 
 
 

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