Medico di Ischia curato col plasma da Mantova: Salvini esulta, ma l'ospedale frena. «È ancora gravissimo»

Medico di Ischia curato col plasma da Mantova: Salvini esulta, ma l'ospedale frena. «È ancora gravissimo»
Medico di Ischia curato col plasma da Mantova: Salvini esulta, ma l'ospedale frena. «È ancora gravissimo»
2 Minuti di Lettura
Lunedì 18 Maggio 2020, 11:45

Un medico di Ischia curato con sacche di plasma provenienti da Mantova, nel cui ospedale Poma ormai da qualche settimana si pratica la cura proposta dal primario di pneumologia Giuseppe De Donno: una notizia che ha fatto esultare sui social Matteo Salvini, ma su cui lo stesso ospedale ischitano frena. Protagonista della vicenda un medico di Ischia affetto da coronavirus: l'uomo è guarito dal virus ma si trova ancora in pericolo di vita. 

Leggi anche > L'infettivologo Galli: «I contagiati sono 10 volte di più. E adesso potranno uscire»

«Sacche di plasma da Mantova a Ischia, dalla Lombardia alla Campania, una vita salvata. GRAZIE professore, sono queste le notizie che, dopo tante perdite e tanta sofferenza, scaldano il cuore e riaccendono la fiamma della speranza. Abbiamo i medici e i ricercatori migliori al mondo, sosteniamoli in ogni modo», scrive su Facebook l'ex ministro dell'Interno e leader della Lega. Il riferimento è alla terapia anti covid-19 a base di plasma iper immune: De Donno aveva dato notizia dei miglioramenti delle condizioni del collega ischitano attraverso la sua pagina Facebook.

Leggi anche > Il viceministro Sileri attacca il Cts: «In Italia si muore e i documenti sono secretati»

Ma dall'ospedale arriva una frenata, dato che il medico malato lotta ancora con la vita e non è affatto fuori pericolo: «Il paziente è uscito dalla rianimazione Covid ma resta in quella normale», afferma il dottor Ciro Di Gennaro, responsabile del reparto covid-19 dell'Ospedale Rizzoli di Ischia «poiché due mesi di malattia ed intubamento gli hanno provocato diverse conseguenze infettive; ha ripreso parzialmente conoscenza ma le sue condizioni di salute sono ancora molto gravi». 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA