La Lombardia frena il "paziente Italia": solo la provincia di Milano registra più positivi delle altre regioni. Ha senso aprire?

La Lombardia frena il "paziente Italia": solo la provincia di Milano registra più casi delle altre regioni. Ha senso aprire?
La Lombardia frena il "paziente Italia": solo la provincia di Milano registra più casi delle altre regioni. Ha senso aprire?
di Simone Pierini
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Venerdì 15 Maggio 2020, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 13:51

La Lombardia frena la guarigione del "paziente Italia”. Almeno questo dicono i numeri diffusi dalla Protezione civile che non lasciano spazio a molte interpretazioni. Sui 992 casi positivi in più registrati ieri oltre la metà (522) sono in Lombardia. La sola provincia di Milano fa segnare più casi (169) di qualsiasi altra regione del nostro Paese, anche più del Piemonte che si ferma a 151. Allo stesso tempo la provincia di Brescia nella giornata di ieri ne conta quanti l’Emilia Romagna e la Toscana messe insieme. E il dato dei morti, nuovamente cresciuto, non si discosta di molto: su 262 decessi in ventiquattro ore 111 vengono sempre dalla Lombardia.

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Ad aggiungersi a questi elementi c’è anche il numero di persone attualmente malate in Italia: il 40% risiede nel territorio più colpito d’Italia, 29.958 positivi su 76.440 totali. Infine la situazione ospedaliera: un terzo dei pazienti che lottano tra la vita e la morte in terapia intensiva e quasi la metà dei ricoverati con sintomi sono in Lombardia.

Dati che spingono a una forte riflessione in vista di lunedì 18 maggio quando il Paese affronterà il secondo step della fase 2, quello della riapertura delle attività rimaste in stand by e dell’allargamento delle visite agli amici. Sarà possibile garantire la stessa sicurezza ai cittadini lombardi rispetto alle altre regioni d’Italia? L’emergenza ancora in atto in quelle zone spingerà il governo a una scelta differenziata? Al momento questa ipotesi non sembra sul tavolo. Ma i fatti dicono come la gran parte dello stivale stia proseguendo il suo cammino verso un costante miglioramento con dodici regioni che ieri hanno registrato meno di dieci casi positivi.

Tolto il Piemonte, altro territorio da tenere sotto controllo, il contenimento del virus conseguente ai due mesi di lockdown sta funzionando. Ora l’attesa è per i dati che arriveranno tra questo weekend e l’inizio della prossima settimana. Saranno i giorni decisivi per stabilire quanto questa prima riapertura abbia inciso sulla curva epidemiologica. Con la speranza che l’incubo non si ripresenti.

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