Decreto Rilancio, intesa complicata: il Cdm slitta alle 17

Decreto Rilancio, intesa complicata: il Cdm slitta alle 17
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 13 Maggio 2020, 13:52 - Ultimo aggiornamento: 15:50

Il governo non riesce a chiudere il cantiere del decreto Rilancio da 55 miliardi: slitta ancora il Consiglio dei ministri, atteso dopo una serie di rinvii per le 14 di oggi, ma che è stato poi convocato per le 17. Nessun problema politico, assicurano fonti di governo, dopo le note tensioni tra Pd e M5S sulla cosiddetta sanatoria migranti. Si lavora alla chiusura dei testi, dato che il preconsiglio è terminato a tarda notte e il decreto monstre è un provvedimento corposo di oltre 400 pagine.

LEGGI ANCHE Destini paralleli/ Il governo è appeso all'anarchia dei grillini - di A. Campi

«L'emersione del lavoro nero riporterebbe a una condizione di legalità una realtà di lavoratori impiegati come braccianti e, nelle nostre case, come colf e badanti. L'intenzione del governo è garantire la dignità delle persone, la tutela della legalità e le esigenze del mercato del lavoro», ha detto stamani il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, al question time al Senato, parlando della sanatoria per i lavoratori migranti nel 'decreto Rilancio'.

La ministra per le Politiche agricole Teresa Bellanova, a Radio Anch'io ha spiegato che in base all'accordo raggiunto «viene regolarizzato chi ha un permesso di soggiorno scaduto, quindi milioni di badanti che vivono nelle nostre famiglie, e i lavoratori agricoli che hanno lavorato in agricoltura che possono chiedere, senza un datore di lavoro che li accompagni, un permesso di soggiorno temporaneo e quando esibiscono un rapporto di lavoro passato in agricoltura, possono ricevere un permesso di lavoro per 6 mesi».

 


Con l'accordo sui migranti «ha vinto la dignità di persone» che «potranno adesso chiedere tutele nel proprio lavoro». «Rispetto alle polemiche dei 5 stelle - spiega Bellanova- la mia esperienza di una vita mi dice che quando si lavora per raggiungere un'intesa, bisogna parlare poco e lavorare molto». «Io ho chiesto - spiega il ministro delle Politiche agricole - al ministro del lavoro di attivare una piattaforma per mettere in contatto le aziende agricole con chi vuole lavorare. Le richieste sono tantissime e va benissimo, più saranno i cittadini italiani che andranno a lavorare e prima risolveremo l'emergenza di manodopera nell'agricoltura. Andare a prendere persone negli altri paesi significa attivare i corridoi verdi, in Germania e in Inghilterra i costi di questi corridoi sono sostenuti anche dalle aziende. Inoltre vediamo anche cosa è accaduto in Germania con l'arrivo delle persone dall'estero, cosa è diventato poi quell'aeroporto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA