Rotterdam, l’ostello ha la forma di un dado inclinato: ecco lo “Stayokay”

Case cubiche di Rotterdam (foto di Stayokay)
Case cubiche di Rotterdam (foto di Stayokay)
di Sabrina Quartieri
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Mercoledì 13 Maggio 2020, 10:20

L’esperienza è stravagante e originale, ma richiede un’abilità specifica: sapersi destreggiare tra le insidie di uno spazio circondato da pareti sbilenche che, in alcuni punti, non superano il metro e mezzo di altezza. Il singolare ostello “Stayokay” di Rotterdam si trova, infatti, in una delle iconiche case cubiche ruotate di 45 gradi progettate dall’architetto olandese Piet Blom.

Adattarsi in fretta a muoversi tra “quattro mura” costruite volutamente a forma di dado inclinato è, quindi, indispensabile per godersi appieno la permanenza: «È stato emozionante dormire nella casa cubica – si legge nella recensione di Elena sul sito di “Booking” – Certo, i letti erano messi in modo da stare attenti alle mura storte e noi dovevamo abituarci agli spazi. Tuttavia i miei figli si sono divertiti molto a dormire in questa struttura e anche noi», conclude la cliente. Francesca, dopo aver pernottato allo “Stayokay”, nel suo feedback sul portale spiega invece che «la camera con le finestre in alto (nella metà alta del cubo) lascia visibile il cielo stellato di notte, ma la mattina hai i raggi di sole diretti negli occhi».

A tal proposito, nel suo commento, Frau, ospite anche lei dell’ostello, fa notare che «le finestre non si possono aprire, però le ventole funzionano bene per far arieggiare la stanza». I turisti che scelgono questa soluzione, quindi, devono mettere in conto di rinunciare a un po’ di comfort. Ma considerando che non capita spesso di soggiornare in un’opera architettonica contemporanea a forma di cubo rovesciato, ne può valere la pena. Per essere sicuri, però, di riservare una camera al suo interno, bisogna farne esplicita richiesta al momento della prenotazione. L’avvertimento arriva da Luca, che nella sua recensione spiega di aver «pernottato al piano inferiore» dello “Stayokay”, che non è nella casa progettata da Piet. L’ostello, realizzato nel 2009 dallo studio olandese Personal Architecture BNA, si trova in centro nel quartiere di Oude Haven, quello del vecchio porto, di fronte alla stazione della metropolitana Blaak. Su “Booking” la struttura viene valutata con un punteggio di 8.1 e i suoi prezzi partono da 66 euro per una notte in doppia con colazione inclusa e arrivano a 153 euro per una stanza con tre letti a castello.
 

 

Come si legge sul sito di prenotazioni, in risposta all’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus, lo “Stayokay” ha adottato delle misure straordinarie sulla sicurezza e sull’igiene, con i servizi di ristorazione e somministrazione delle bevande sospesi o limitati e gli orari di portineria ridotti. Le case cubiche (o “Kubuswoningen”) di cui fa parte l’ostello, sono affacciate sulla stessa piazza che ospita il Markthal, il mercato coperto più grande d’Olanda, e rappresentano ancora oggi una delle opere architettoniche più interessanti di Rotterdam. Progettato da Blom verso la fine degli anni ’70 su incarico degli urbanisti della città, dopo che aveva realizzato degli edifici simili a Helmond, il complesso residenziale è stato costruito tra il 1982 e il 1984. I cubi inclinati di 45 gradi sono 39, tutti ottimizzati per sfruttare al meglio lo spazio interno. Le case, dalle facciate gialle e incastrate l’una all’altra, vengono sorrette da pali di cemento, presentano delle intelaiature in legno e si ispirano all’idea di una foresta astratta, in cui ogni tetto triangolare rappresenta la cima di un albero.

Ciascuna di esse è su su tre livelli e in alcuni punti non supera il metro e mezzo di altezza. Al piano terra si trova l’ingresso, al primo ci sono una cucina abitabile e un soggiorno, mentre al secondo due camere da letto e un bagno. A volte, c’è anche una piccola terrazza. Dal momento che in passato alcune persone, incuriosite dalla insolita architettura, disturbavano i residenti delle “Kubuswoningen” per dare una sbirciatina al loro interno, uno dei proprietari tempo fa ha deciso di adibire una casa cubica a museo.
Entrando nel “Kijk-Kubus”, i visitatori sono liberi di muoversi tra arredi, pareti inclinate e soffitti bassissimi. In questo modo, possono appagare la loro curiosità senza creare disagi agli inquilini e apprendere tutte le problematiche legate alla vivibilità di questi spazi. A partire dalla scelta dei mobili adatti a tale tipo di struttura, decisamente unica nel suo genere.

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