Bar, ristoranti, negozi piegati dal lockdown: in Comune la consegna simbolica di 3000 chiavi

Bar, ristoranti, negozi piegati dal lockdown: in Comune la consegna simbolica di 3000 chiavi
di Greta Posca
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Giovedì 30 Aprile 2020, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 08:17
Milano esce dal lockdown lunedì. Loro invece no. Secondo l’ultimo decreto Conte, la loro saracinesca potrà essere sollevata soltanto dal primo giugno. Tra un lunghissimo mese. E - dicono - non possono più permetterselo. Per questo ieri tremila commercianti - la schiera più folta sono titolari di bar, ristoranti e gelaterie, ma anche quelli di negozi di abbigliamento, e tanti parrucchieri - hanno raccolto alcune decine di chiavi delle loro attività e le hanno consegnate al Comune. Un gesto simbolico perché - dicono - «rischiamo di scomparire». E anzi, qualcuno ha già dato forfait e svuotato i locali, perfino nel Quadrilatero della Moda.

Impossibilitati a organizzare una protesta di gruppo in piazza Scala, hanno inviato a Palazzo Marino tre delegati con vasi pieni di mazzi di chiavi. In fila indiana come Re Magi hanno consegnato “il dono” nelle mani dell’assessora al Commercio Cristina Tajani. I commercianti chiedono regole chiare su come riaprire. E la riduzione delle tasse locali. «Non sappiamo se riusciremo a riaprire a giugno perché non sono chiare nemmeno le regole - si sfoga il promotore dell’iniziativa, Alfredo Zini, ristoratore e presidente del Club Imprese Storiche di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza - abbiamo subito cali di fatturato del 70% e dovremo investire per adeguare le nostre attività a nuove misure di sicurezza. Noi viviamo di convivialità e al momento non sappiamo nemmeno se una famiglia di quattro persone può stare seduta insieme al tavolo di un bar o di un ristorante. E neppure come si potrà lavorare in cucina: di fronte alla stufa di un ristorante o di una pizzeria a volte lavorano due o tre persone in un metro e mezzo. Non si potrà andare certamente con i guanti di lattice sui fuochi, quindi cosa si farà nelle cucine, un piatto unico?.

Dalla Tajani hanno incassato «rassicurazioni e massimo sostegno». «Siamo vicini alle loro istanze - ha detto l’assessora - l’amministrazione sta già mettendo in campo tutti gli strumenti di sua competenza per sostenere la ripartenza del settore: dall’abbattimento dei canoni di occupazione suolo per chi metterà tavolini all’esterno delle proprie attività sino alla dilazione di Tari e altre imposte comunali».
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