Luis Sepúlveda, la moglie sposata due volte e quell'amore da romanzo

Luis Sepúlveda, la moglie sposata due volte e quell'amore da romanzo
Luis Sepúlveda, la moglie sposata due volte e quell'amore da romanzo
di Matteo Collura
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Venerdì 17 Aprile 2020, 11:56 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 12:02

Appreso della scomparsa di Luis Sepúlveda, la prima cosa che mi è venuta in mente è che non avrà un funerale. In Spagna, dove lo scrittore è morto, a causa dell’imperversare del coronavirus, così come in questi maledetti giorni avviene in Italia, non ci potrà essere alcuna cerimonia di saluto, nessuno – tranne la moglie Carmen, e non è detto che le sia consentito – potrà dargli un ultimo addio. Se ne andrà da solo. E il fatto che se ne andrà da sol è un paradosso, questo, perché ovunque si trovasse, per presentare un suo libro o per tenere una conferenza, era sempre un bagno di folla.

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Raramente mi è capitato di conoscere uno scrittore così popolare, così amato, in Spagna come in Italia, in Francia come in Svezia, in Germania come in Portogallo, dove pare che abbia contratto il virus Covid-19. Appariva incredulo nello stringere le mani dei lettori o ammiratori della sua leggendaria vicenda umana (arrestato in Cile dopo il golpe contro Allende, subì anche la tortura prima di poter lasciare il paese). Aveva un tratto affabile e un sorriso da giovane scapestrato. Non sembrava dare importanza alla fama. In pubblico appariva a volte piuttosto apatico, come un uomo che, avendone viste tante, ha smesso di emozionarsi.

Una volta, notai in lui un’espressione d’incredulità, come fosse sorpreso dalla tanta attenzione rivoltagli dallo strabocchevole pubblico accorso ad ascoltarlo nel Castello di Udine. Organizzatrice dell’incontro, Giannola Nonino, madrina di un premio letterario che mette insieme due culture, quella del bere (la sua famiglia produce una celebre grappa) e quella letteraria. Era il 2000, e fu chi ora ne scrive a introdurre lo scrittore. Accanto a noi, l’editore italiano di Sepúlveda, Luigi Brioschi, presidente e direttore della casa editrice Guanda. Suo estimatore e amico, Brioschi, e si potrebbe dire scopritore, perché apprezzò Sepúlveda nel leggere un suo libro in francese, quando in Italia era uno sconosciuto.

Quella volta, il pubblico intervenuto nel salone più grande del Castello di Udine, era così numeroso che non bastarono le sedie. Ricordo che a un certo punto, Sepúlveda mi guardò con negli occhi un’espressione dolcissima, come di chi sta assaporando un piacere che mai avrebbe immaginato di provare. Sono convinto che in quel momento stesse pensando a quando, in un quartiere proletario di Santiago, abbigliato come un hippie, metteva a punto progetti rivoluzionari. Non avrebbe immaginato, allora, tanto successo, tanta popolarità. Nessuno avrebbe scommesso su quel giovane che, anni dopo, stabilitosi in Europa, avrebbe venduto milioni di copie dei suoi libri.

 


Accanto a lui, allora, la donna della sua vita, Carmen, che dopo il divorzio avrebbe risposato. Se ne potrebbe fare un romanzo della loro storia. Lucho (così era chiamato lo scrittore dai familiari e dagli amici) conobbe Carmen quando aveva diciotto anni, lei quindici. Il colpo di fulmine a Isla Negra (dove aveva casa Pablo Neruda), quando la ragazza vi si recò in vacanza. Sepúlveda era lì per partecipare a un raduno di giovani comunisti. Gli occhi da sognatore – così avrebbe detto in seguito Carmen – la conquistarono. Rimase incinta. Un problema, perché il padre e la madre di lei non ne volevano sapere di “quello spiantato piantagrane”. Il figlio nacque nel 1972, e lo chiamarono Carlos, Lenin come secondo nome.

Nel 1973 il golpe di Pinochet. Entrambi finirono in carcere, ed entrambi riuscirono a scappare dal Cile. Si ritrovarono in Europa, anni dopo. Lei in Svezia, lui in Germania, dove si era stabilito assieme a una donna tedesca conosciuta in Ecuador e con la quale avrebbe avuto quattro figli. Anche Carmen aveva trovato un altro compagno, e con lui aveva fatto un figlio. Per alcuni anni vissero vite parallele, lui in Germania, lei in Svezia. Trovarono pure il modo di divorziare (finalmente). Ma il loro destino era segnato: sarebbero tornati a essere marito e moglie. Misero casa insieme a Gijón, nelle Asturie. Una bella storia, degna di un suo romanzo.

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