Coronavirus, in vigore il decreto: limitazioni alle frontiere, 200 euro di multa e arresto fino a 18 mesi per chi viola la quarantena

Coronavirus, in vigore il decreto: limitazioni alle frontiere, 200 euro di multa e arresto fino a 18 mesi per chi viola la quarantena
di Cristiana Mangani
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Giovedì 26 Marzo 2020, 08:43 - Ultimo aggiornamento: 11:57

Il decreto legge emanato dal presidente della Repubblica è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore da oggi. Nuove modifiche sono state predisposte rispetto alla bozza iniziale, e riguardano in particolar modo, le multe e i reati penali da contestare. Innanzitutto, chiunque sia stato denunciato fino al 25 marzo 2020 per aver violato il divieto di spostamento, dovrà pagare una multa di circa 200 euro. E questo varrà per tutti.
Qualora poi la condotta sia palesemente illecita, come nei casi di mancato rispetto della quarantena,
«salvo che il fatto costituisca violazione dell'articolo 452 del codice penale (delitto colposo contro la salute pubblica) o comunque più grave reato», la violazione della misura verrà punita ai sensi dell'articolo 260 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, Testo unico delle leggi sanitarie, come modificato dal comma 7. Una valutazione della condotta che era stata suggerita anche dal procuratore di Lodi nei giorni scorsi. Al comma 1 dell'articolo 260 del regio decreto le parole «con l'arresto fino a sei mesi e con l'ammenda da lire 40.000 a lire 800.000» sono sostituite dalle seguenti: «con l'arresto da 3 mesi a 18 mesi e con l'ammenda da euro 500 ad euro 5.000».

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Le disposizioni che sostituiscono sanzioni penali con sanzioni amministrative si applicano anche alle violazioni commesse anteriormente alla data di entrata in vigore del decreto, quindi avranno efficacia retroattiva. In questi casi, però, le sanzioni amministrative verranno applicate nella misura minima ridotta alla metà. Vengono ribadite
«le limitazioni o divieto di allontanamento e di ingresso in territori comunali, provinciali o regionali, nonché rispetto al territorio nazionale». Dunque, frontiere semichiuse e Paese super controllato ai confini. La circolazione delle persone sarà molto limitata e «motivata da esigenze lavorative, da situazioni di necessità o urgenza, da motivi di salute o da altre specifiche ragioni». Scompare poi il metro di distanza nei casi di acquisti nei supermercati, le farmacie e tutte le attività che vendono generi di prima necessità. Spetterà al gestore «garantire il rispetto di una distanza di sicurezza interpersonale predeterminata e adeguata a prevenire o ridurre il rischio di contagio».
 

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