Coronavirus, Luigi Di Maio a “Live-Non è la D'Urso”: «Tra poco il decreto, aiuti a famiglie e imprese. Adottate le misure più rigide»

Luigi Di Maio
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Domenica 15 Marzo 2020, 21:58 - Ultimo aggiornamento: 23:45
Un decreto che aiuterà le famiglie e le imprese per l’emergenza Coronavirus. E’ questa la promessa del ministro degli esteri Luigi Di Maio, ospite in collegamento a “Live – Non è la D’Urso”: «Tra poco ci sarà un Consiglio dei Ministri straordinario per varare le norme che riguardano la vita di tutti i giorni delle famiglie che stanno rispettando le regole. Un decreto che da fiducia a tante persone, penso alle partite Iva. Stanzieremo una cifra per ogni persona al mese, circa 550 o 600 euro, rinvieremo il pagamento dei mutui. Poi un aumento a medici e personale ospedaliero e un bonus baby sitter di circa 600 euro al mese».

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Attenzione anche alle imprese:  «Aiuteremo le imprese con la cassa integrazione,  anche se hanno un solo dipendente. Da queste difficoltà i nuclei famigliari devono rimanere uniti. Un abbraccio alle mamma, ai nonni lontani dai nipoti e ai papà, dobbiamo sostenerli tutti. Sono misure che avevamo annunciato, si va al sodo. Faremo notte per il decreto, ma sicuramente faremo meno dei medici impegnati in prima linea».
Il Ministro è contro la chiusura totale delle attività: «Le misure che stiamo adottando in questo momento sono le più rigide di tutte. Se chiudiamo le imprese non possiamo rifornire i negozi. Sono sicuro ce la faremo, ho conosciuto in questi giorni scienziati e medici che stanno lavorando per noi».

C’è difficoltà per reperire mascherine e qualche nazione che fa lo sgambetto: «Abbiamo firmato un contratto per le mascherine con la Cina, stanno arrivando nuovi ventilatori, fondamentale per dare supporto al personale medico. Per le mascherine il contratto è stato firmato oggi, la produzione è molto veloce, nei prossimi giorni arriveranno. Il nostro obbiettivo è accrescere la quantità di mascherini e ventilatori. E’ difficile in questo momento perché molti paesi del mondo hanno bloccato le esportazioni e noi li denunceremo. Vale anche la chiusura per i nostri prodotti Made in Italy, se loro controllano noi, noi controlliamo loro. Bisogna comprare italiano, dobbiamo aiutare lavoratori e imprenditori».
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