Coronavirus, bozza decreto: carte identità, validità prorogata al 31 agosto. Rinvio elezioni amministrative

Coronavirus, bozza decreto: carte identità, validità prorogata al 31 agosto. Rinvio elezioni amministrative
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Venerdì 13 Marzo 2020, 15:41 - Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 00:45

Urne chiuse fino all'autunno. Ulteriore rinvio del referendum, proroga delle giunte regionali, slittamento delle elezioni comunali. L'ipotesi emerge tra le righe di una bozza, tra le misure che il governo sta studiando per rispondere all'emergenza Coronavirus. E coglie di sorpresa i partiti. Prima di prendere una decisione se ne discuterà con maggioranza e opposizione e con le Regioni, precisano da Palazzo Chigi. Mettere in pausa il voto, in un momento in cui la contesa politica è sospesa in nome dell'unità nazionale, non è affatto un tabù. È una misura anti-contagio ed evita di dover chiudere ancora le scuole.

​Ma avrebbe implicazioni sulla legislatura e le opposizioni lamentano di non essere state ascoltate. La proposta, inserita in una bozza di decreto, viene dal ministero per i Rapporti con il Parlamento e prevede di rinviare all'autunno - tra il 15 ottobre e il 15 dicembre - il turno elettorale di primavera per i Comuni. Quanto alle Regioni in scadenza a maggio, dalla Liguria alla Puglia, dal Veneto alla Campania, l'idea è prorogare a cinque anni e tre mesi il mandato, consentendo a ciascuna di scegliere se tenere in primavera, come da programma, il voto, o rinviarlo all'autunno. 

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Infine per il referendum per il taglio dei parlamentari, la norma proposta prevede di allungare a 240 giorni il termine per indire la consultazione, il che vorrebbe dire avere tempo fino a fine settembre per convocarlo e al 22 novembre per svolgerlo. La decisione però potrebbe non arrivare subito, il governo frena possibili nascenti polemiche spiegando che si prenderà ancora qualche giorno per sentire i partiti e le Regioni. Anche considerato che un appuntamento come il referendum costituzionale, se svolto in autunno, avrebbe l'effetto di blindare la legislatura fino all'inizio del 2021. 
 


Certo, rinviare la data aprirebbe in teoria una finestra più lunga per andare a votare con 945 parlamentari (dopo il referendum si ridurrebbero a 600) ma in una situazione di emergenza assoluta nessuno evoca scenari di voto ed è impensabile, ragionano fonti parlamentari, che il Quirinale possa avallare l'apertura di una crisi in uno scenario di emergenza senza precedenti. Altrettanto difficile, ragionano le stesse fonti, è che la crisi possa essere aperta in autunno, in sessione di bilancio e con un referendum costituzionale da svolgere. Non di questo si parla per ora. La Lega pone con forza una questione di metodo e di merito: lamenta di non essere mai stata ascoltata da nessuno nel governo e più in generale critica le bozze fin qui emerse di decreto anti-Coronavirus. «Siamo interdetti: le forze di maggioranza hanno fatto confluire per mille rivoli provvedimenti non tutti particolarmente urgenti», lamentano i salviniani. 
 

Mentre Fdi afferma che se si sospendono le elezioni il governo deve sospendere anche tutte le nomine (una misura in effetti ipotizzata nei giorni scorsi). E anche Fi con Maria Stella Gelmini invita a concentrarsi sull'emergenza virus: è «di buon senso» pensare al rinvio del voto, dice. «Le urne rischiano di essere un veicolo pazzesco di contagio», dice dalla maggioranza Federico Fornaro. Il presidente della Camera Roberto Fico interviene intanto a frenare le spinte dei parlamentari che, dopo che i casi di contagio sono diventati tre (oggi Luca Lotti ha annunciato di essere risultato positivo dopo essere andato in Aula a votare), vorrebbero chiudere le Camere. E dichiara che «il Parlamento ha fatto e continuerà a fare la sua parte, può e deve lavorare in una condizione inedita».

In un momento di emergenza per il Paese, è il senso del messaggio, non può fermarsi l'attività legislativa. «Capisco che ci sia tensione tra i colleghi ma nelle fabbriche lavorano», concorda il vicepresidente della Camera Ettore Rosato. La prossima settimana l'Aula non è convocata e l'attività viene limitata, nelle commissioni competenti, ai provvedimenti anti-Coronavirus. Più d'uno auspica almeno in commissione il voto a distanza, ad ora non previsto. Ma il messaggio di Fico è chiaro: non ci si può fermare.



 

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