Roma, nuovo pacco bomba consegnato in una casa a Baldo degli Ubaldi, si rafforza pista anarchica

Il plico consegnato in via Baldo degli Ubaldi
Il plico consegnato in via Baldo degli Ubaldi
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Sabato 7 Marzo 2020, 12:08 - Ultimo aggiornamento: 17:18

È spuntato fuori un quarto pacco bomba nella Capitale, confermando i sospetti degli investigatori: ci sono altri pacchi in circolazione, buste gialle, regolarmente affrancate, che contengono un ordigno esplosivo, come rivela Michela Allegri su Il Messaggero. Il plico è stato recapitato due giorni fa ad un avvocato romano, Paolo Giachini, nella stessa abitazione in via Baldo degli Ubaldi in cui il legale ospitò Erich Priebke, l'ufficiale delle Ss, ai domiciliari  per la strage delle Fosse Ardeatine e deceduto nell'ottobre 2013. Un dettaglio che porta ad approfondire una pista su tutte: quella della galassia anarchica. Questa volta la busta incendiaria non è esplosa: il destinatario, dopo la notizie delle prime tre bombe, si è insospettito e ha chiamato i carabinieri della stazione Madonna del Riposo.

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Sul posto sono arrivati i carabinieri del Ros e gli agenti della Digos, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Caporale e dal pm Francesco Dall'Olio, che hanno appurato che la mano che ha confezionato i plichi incendiari è sempre la stessa: una busta commerciale comunissima, dimensioni A4, affrancata. E, di nuovo, sull'involucro era indicato un mittente che la vittima conosceva. All'interno c'era una scatoletta di legno che conteneva l'innesco e l'esplosivo, in un quantitativo sufficiente a ferire, ma non ad uccidere. Anche se per ora non ci sono collegamenti tra l'uomo che ha ricevuto il pacco e le tre donne rimaste ferite dalle prime buste. Il congegno è identico a quello utilizzato per confezionare gli altri tre pacchi. E anche il copione è quello seguito tra domenica e lunedì, quando, invece, le tre buste sono esplose, ferendo altrettante persone.

In un caso, la vittima non era quella designata dall'attentatore: la missiva era indirizzata a una ex dipendente amministrativa dell'Università di Tor Vergata, ora in pensione, ma ad aprire l'involucro è stata un'impiegata del centro di smistamento posta di Fiumicino, che è rimasta ferita. Il mittente indicato sul plico e scritto a computer era l'Ateneo. Le altre due vittime, erano un'ex professoressa dell'università Cattolica e una dipendente dell'Inail. Avevano ricevuto le buste a casa, una a Fidene e l'altra in zona Balduina. Entrambe avevano aperto l'involucro senza particolare attenzione, perché il mittente - falso - sembrava essere una persona conosciuta.

Secondo gli investigatori, le lettere incendiarie sarebbero state spedite tutte lo stesso giorno. La pista anarchica resta la più probabile, anche se non è escluso che si tratti del gesto di un folle. Per il momento non sono emersi contatti tra le vittime. Ma le azioni potrebbero avere avuto un carattere dimostrativo più ampio, forse da parte di una frangia anarchica antimilitarista. L'ateneo di Tor Vergata, infatti, nell'ottobre scorso ha siglato un accordo con l'Aeronautica Militare, mentre la Cattolica, nel dicembre 2017, aveva stretto un'intesa di cooperazione con una struttura della Nato. I reati ipotizzati per il momento, sono atto con finalità di terrorismo e lesioni. 

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