Terremoto, la manager italiana a Tirana: «Fuggita per le scale con il bimbo di 8 anni»

Terremoto, la manager italiana a Tirana: «Fuggita per le scale con il bimbo di 8 anni»
Terremoto, la manager italiana a Tirana: «Fuggita per le scale con il bimbo di 8 anni»
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Martedì 26 Novembre 2019, 17:34 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 12:10

Simona Gori vive a Tirana, in Albania. Si è svegliata nell'incubo del terribile terremoto che ha colpito il Paese. La manager italiana è direttore di Consulcesi e responsabile della sede albanese del gruppo. Una corsa nel cuore della notte lungo le scale per uscire fuori di casa, con la preoccupazione di mettere al sicuro la sua famiglia e in particolare il suo bimbo di otto anni. E poi un altro immediato pensiero, quello per i suoi dipendenti della Consulcesi di Tirana, dove vive anche lei, circa 400, alcuni dei quali hanno la casa fuori città che ha subito danni o hanno avuto loro stessi dei piccoli incidenti nel tentativo di lasciare le abitazioni. Non ultima, una riflessione su come dare un aiuto concreto immediato a chi ha perso tutto ed è in una situazione di bisogno.

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È stata una lunga notte quella vissuta da Simona Gori. Ore di angoscia, nate da un forte boato che ha fatto tremare i lampadari di casa, nelle quali, però, come spiega lei stessa, anche per precedenti esperienze (la manager solo qualche mese fa ha bloccato un uomo che minacciava i passeggeri sull'aereo Tirana-Roma) ha imparato «a mantenere il sangue freddo». Raggiunta telefonicamente mentre sta lasciando la sede in Albania di Consulcesi, che ha subito lievi danni, spiega che «per le strade c'è ancora molta confusione, ci sono diverse persone in molti punti delle strade che hanno dormito in macchina nella notte e che probabilmente lo faranno anche stasera, perché ci si aspettano altre scosse».
 
 

«Qualche mese fa - aggiunge - c'è stato un altro terremoto. Abbiamo visto persone preoccupate. Credo sia importante muoversi per cercare volontari per un supporto psicologico concreto. Ci sarà sicuramente bisogno anche di medicine, generi di primo soccorso e di ospitare persone che hanno perso la casa».

«Grazie al nostro modo di agire nelle situazioni difficili come Consulcesi - spiega Gori - abbiamo subito cercato di focalizzare l'attenzione su come poter essere di aiuto. Anche per questo arriverà nelle prossime ore un'unità mobile di primo soccorso di Sanità di Frontiera, che insieme a Consulcesi Onlus è stata attivata immediatamente anche grazie al supporto del polo universitario di Tor Vergata. L'abbiamo pensata più come un presidio nelle zone colpite più che in città. Si tratta di zone che hanno bisogno di medici pronti a gestire queste situazioni. L'Albania ha fatto grandi passi avanti, ma è importante avere il più possibile conoscenza, background, formazione medica. Anche per questo, poiché ci occupiamo di formazione dei medici, abbiamo pensato a un corso per formare su disastri e calamità naturali».

La manager italiana si proietta già nel futuro, ma la paura sul breve termine rimane. «Non credo - confida all'ANSA - che stanotte si dormirà. Abbiamo preparato una borsa in caso ce ne fosse bisogno».

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