Veronica Panarello condannata a 30 anni per l'uccisione del figlio Loris Stival: la sentenza della Cassazione

Veronica Panarello condannata a 30 anni per l'uccisione del figlio Loris Stival: la Cassazione conferma la sentenza
Veronica Panarello condannata a 30 anni per l'uccisione del figlio Loris Stival: la Cassazione conferma la sentenza
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Giovedì 21 Novembre 2019, 11:21 - Ultimo aggiornamento: 21:10

Veronica Panarello condannata a 30 anni per l'uccisione del piccolo Loris Stival. La Cassazione ha confermato la sentenza dei primi due gradi di giudizio. La giovane mamma era accusata di aver ucciso il figlioletto di 8 anni, Loris Stival, occultandone poi il cadavere. Il delitto avvenne il 29 novembre 2014 nell'abitazione di famiglia a Santa Croce Camerina (Ragusa).

«Finalmente è finita...». Così Andrea Stival, padre di Loris, commenta al telefono con il suo legale, l'avvocato Daniele Scrofani, la notizia della sentenza della Cassazione. «La Giustizia oggi - ha commentato il penalista - mette un punto definitivo su questa tragica e drammatica vicenda: è stata la madre a uccidere Loris. Adesso bisogna pensare al futuro».

«Ce lo aspettavamo, se avremo elementi per la revisione faremo istanza». Lo ha detto l'avvocato Francesco Villardita, difensore di Veronica Panarello. «Davide Stival aspettava questo momento, nella sua voce non ho sentito nè sorpresa nè soddisfazione. Semplicemente è il momento finale di una vicenda durata cinque anni: una liberazione da un peso, la certezza che a commettere questo orrendo delitto è stata la madre di Loris». Lo ha detto l'avvocato Daniele Scrofani, legale di Davide Stival, padre di Loris. 

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Il ricorso davanti ai giudici della Suprema Corte verteva su dieci punti. Tra questi: l'elemento soggettivo del reato e la contraddizione della sentenza che parla di dolo d'impeto, ma anche di pianificazione con il sopralluogo di Veronica Panarello, l'assenza di movente e la capacità di intendere e volere dell'imputata. Tesi contestata dal Pg della Cassazione, Roberta Barberini, che ha sottolineato «l'assenza di nesso tra i tratti istrionici e narcisistici della personalità di Veronica Panarello e il delitto del quale è accusata». Sulla mancata individuazione del movente, il Pg ha ricordato che «non è necessario per stabilire la colpevolezza». E «la chiamata in correità del suocero è stato l'ennesimo tentativo si manipolazione messo in campo dalla donna», ha rilevato il Pg riferendosi alla calunnia ai danni di Andrea Stival, nonno del piccolo Loris.

E proprio per l'accusa al suocero Veronica Panarello il prossimo 26 novembre dovrà comparire in aula, davanti al Tribunale di Ragusa, al processo per calunnia nei confronti dell'anziano, che ha accusato di essere l'autore materiale del delitto: avrebbe ucciso il nipote, è la sua ultima ricostruzione, perché Loris voleva rivelare al padre di una presunta relazione tra il nonno e la madre. Il 24 gennaio prossimo, davanti al Tribunale monocratico di Catania, comincerà invece il processo per le minacce di morte che la donna ha rivolto al suocero a conclusione della lettura della sentenza della Corte d'assise d'appello di Catania: «Sei contento? Sai cosa ti dico - gli urlò contro - Prega Dio che ti trovo morto perchè altrimenti ti ammazzo con le mie mani quando esco...».

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