Acqua alta Venezia, il climatologo: «L’Adriatico si alzerà di 9 centimetri»

Venezia, il climatologo Maurizio Ferla: «Succederà ancora, l Adriatico si alzerà di nove centimetri»
Venezia, il climatologo Maurizio Ferla: «Succederà ancora, l’Adriatico si alzerà di nove centimetri»
di Valentina Arcovio
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Giovedì 14 Novembre 2019, 00:38 - Ultimo aggiornamento: 14:40

«Non è la prima volta che Venezia deve affrontare ondate di acqua alta. Tuttavia, negli ultimi anni questi fenomeni sono sempre più frequenti probabilmente a causa dei cambiamenti climatici». A spiegarlo è Maurizio Ferla, dell’Istituto Superiore per la Protezione e al Ricerca sull’ambiente e dirigente del Centro Nazionale Coste.

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Di quanto è aumentata la frequenza di questi episodi?
«Basta guardare le statistiche. Fino agli anni ‘90 avevamo in media 6 o al massimo 8 episodi di acqua alta all’anno. Oggi la media è salita a 10-12 episodi con un picco eccezionale anche di 18. Siamo di fronte a cambiamenti importanti delle dinamiche del mare cui occorre saper far fronte specialmente in vista del futuro».

Perché prevede peggioramenti per il futuro?
«Le proiezioni elaborate dal Centro Euromediterraneo per i Cambiamenti climatici (Cmcc) mostrano per l’Adriatico un incremento dei livelli del mare di circa 9 centimetri entro il 2030, cioè tra appena una decina di anni. Significa che dovremo far fronte a eventi sempre più frequenti e importanti sotto il profilo dell’altezza della marea».

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In che modo possiamo prepararci?
«Davanti a questi scenari, gli interventi in difesa della città sono di due ordini: uno che riguarda le maree fino ad un’altezza di 110 centimetri, che dovrebbero essere contrastate con misure locali sul tessuto urbano come il rialzo delle rive. Per quelle più elevate dovrebbe pensarci il Mose, il sistema di 78 dighe mobili che, una volta ultimato, dovrebbe isolare la laguna di Venezia dal resto del mare Adriatico».

Quindi le attuali difese non sono sufficienti?
«Le difese di Venezia contro questi fenomeni sono state concepite almeno una quarantina di anni fa. In questo lasso di tempo la sfida dei mutamenti climatici è diventata quanto mai concreta e attuale. Serve fare un aggiornamento delle strategie messe in campo non solo per la difesa della città ma anche per la Laguna».

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Quali sono i rischi di un mancato aggiornamento?
«A parte il grande stress per la città e per le persone che ci vivono, l’acqua alta ha ripercussioni dirette su tutti i sistemi, da quelli economici e commerciali a quelli di approvvigionamento elettrico ed energetico. E non interessano solo la città ma, quando ci sono situazioni come quella di questi ultimi giorni, è tutta la costa che va dalla Foce del Po a Ovest fino a Monfalcone a Est a essere messa alla prova. L’acqua alta non è infatti una sfida solo per Venezia. A risentire di questa situazione è tutto il litorale settentrionale adriatico. Il mare spinto dal vento erode i litorali sabbiosi e crea una serie di problemi non indifferenti».
 

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