Manovra, ecco tutte le nuove tasse: valgono 9,5 miliardi

Manovra, ecco tutte le nuove tasse: valgono 9,5 miliardi
Manovra, ecco tutte le nuove tasse: valgono 9,5 miliardi
di Luca Cifoni
5 Minuti di Lettura
Venerdì 8 Novembre 2019, 20:36 - Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 07:29

Già nei prossimi giorni la manovra economica presentata dal governo dovrebbe subire modifiche. Ma come si presenta la versione appena inviata alle Camere, in particolare sotto il profilo dell'imposizione fiscale? Quali tasse aumentano e quali invece vengono ridotte? Proviamo a fare una ricognizione ragionata dei provvedimenti in discussione, il cosiddetto decreto fiscale (124/2019) e il disegno di legge di Bilancio. Due testi che di fatto compongono la manovra complessiva e dunque considereremo insieme, anche se avranno un iter parlamentare separato. In totale prevedono maggiori entrate per 11,3 miliardi e minori entrate per 26,8. Dunque il bilancio sarebbe favorevole per i contribuenti, anche se va ricordato che la grandissima parte di queste riduzioni deriva dallo stop ai (teoricamente) previsti incrementi dell'Iva.

Esaminiamo quindi le voci di entrata per il 2020 - quasi tutte hanno natura tributaria o contributiva-  partendo da quelle che hanno il segno negativo ovvero vanno a ridurre il carico fiscale. L'operazione più rilevante è appunto la cancellazione delle cosiddette "clausole di salvaguardia" ovvero aumenti dell'Iva (e in misura molto minore delle accise) per un totale di 23,1 miliardi. Si tratta di una posta lasciata in eredità dai governi precedenti, che hanno rimandato al futuro il finanziamento delle proprie misure. Se le clausole non venissero disinnescate, scatterebbero pesanti incrementi di imposta, ma è anche vero che la loro sterilizzazione era data per scontata e dunque almeno sul piano pscologico può essere difficile percepirla come un effettivo abbassamento della pressione fiscale.

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Sempre dalla parte dell'avere per il contribuente c'è il fondo da 3 miliardi destinato a ridurre la tassazione sul lavoro (il famoso cuneo fiscale). Si dovrebbe trattare di una detrazione per lavoro dipendente destinata ad assorbire ed ampliare l'attuale bonus 80 euro. Il quadro delle misure di alleggerimento delle imposte è completato dal ripristino dell'Ace, l'incentivo alla capitalizzazione delle imprese - che vale 325 milioni - e dall'abbassamento al 10 per cento della cosiddetta cedolare secca sugli affitti a canone concordato (202 milioni): anche in questo caso si tratta della conferma dell'attuale livello impositivo, che però sarebbe tornato al 15 per cento in assenza di interventi. Infine ci sono i 185 milioni di minori entrate per lo stato derivanti dalla cancellazione del cosiddetto "superticket": non si tratta a rigore di un tributo ma certamente i cittadini ne avranno un beneficio.

Molto più lungo è l'elenco delle entrate che aumentano. Il pacchetto più consistente è quello da circa 3 miliardi derivanti dalla lotta all'evasione. Si tratta in realtà di norme diverse riconducibili a tre grandi voci: contrasto alle compensazioni fiscali e contributive indebite (i crediti verso lo Stato che il contribuente "scala" dai suoi versamenti, in tutto quasi 1,6 miliardi) lotta alle frodi in particolare nei settori dell'emergia e dei carburanti (963,5 milioni), misure che sostanzialmente impongono alle imprese di versare ritenute fiscali o Iva al posto di altre ritenute meno affidabili(453 milioni). Va nella stessa direzione un'altra novità contenuta però nel disegno di legge: "pseudonimizzando" i nominativi dei contribuenti lo Stato potrà superare le obiezioni del garante della privacy ed usare in modo più efficace il grande archivio dei conti correnti. Beneficio atteso, 125 milioni nel 2020, che poi diventeranno di più.

Misure anti-evasione a parte, l'aumento più consistente per il 2020 è quello a carico delle banche, con oltre 1,6 miliardi derivanti dal blocco della deduzione di alcune voci di bilancio. Va detto però che a fronte di maggiori esborsi immediati gli istituti di credito verseranno meno imposte negli anni successivi: si tratta sostanzialmente di incassi anticipati per lo Stato. Segue poi in ordine di grandezza la tassa sulla plastica relativa agli oggetti mono uso, fissata in un euro al chilo(quasi 1,1 miliardi): un prelievo contestato dalle imprese del settore che potrebbe essere rivisto.

Vale quasi un miliardo complessivamente la stretta sul settore dei giochi: le misure principali sono l'aumento del prelievo erariale unico e quello del prelievo sulle vincite. Dalla riapertura dell'offerta alle aziende di rivalutare partecipazioni e terreni , lo Stato si aspetta 860 milioni: anche in questo caso l'effetto positivo è parzialmente compensato da minori entrate future. I concessionati autostradali subiranno una limitazione ai propri ammortamenti che dovrebbe fruttare 340 milioni. La stretta sulle auto aziendali (che si tradurrà però in maggiore Irpef per i dipendenti che le ricevono in uso promiscuo) ha un gettito atteso di 332 milioni. La cosiddetta sugar tax (imposta sulle bevande analcoliche, con probabile ricaduta sui consumatori) vale 234 milioni, mentre è di 208 milioni (destinati ad aumentare molto dal 2021) l'incasso previsto dalla stretta sulla "flat tax" per le partite Iva: la possibilità di pagare un'imposta sostitutiva in luogo della normale Irpef viene preclusa per chi ha ricavi annui tra 65 mila e 100 mila euro e leggermente limitata per chi è di sotto dei 65 mila.

Vediamo le misure che chiudono l'elenco delle maggiori entrate. L'aumento delle accise sul fumo porterà un beneficio di 119 milioni, la web tax entrate fiscali aggiuntive (rispetto a quelle già previste) di 108. Dalle più alte accise sui prodotti inquinati usati per produrre energia (come il carbone) dovrebbero arrivare 106 milioni mentre la maggiore imponibilità fiscale dei buoni pasto (si riduce la quota esente da Irpef per quelli cartacei) vale 51 milioni. L'applicazione dell'Imu sulle piattaforme petrolifere in mare ne darà 30, l'aumento dei bolli sui certificati penali 25.

Non possono essere considerati veri e propri inasprimenti di imposte altre voci che pure figurano come entrate: è il caso ad esempio dei quasi 1,5 miliardi di acconti sulle imposte dirette che vengono spostati dal 2019 al 2020: si paga dopo quel che si non è pagato prima. Mentre 222 milioni sono maggiori incassi fiscali derivanti da aumenti contrattuali o assunzioni nel mondo del lavoro pubblico: i primi non ci sarebbero senza i secondi. Sottraendo queste voci e qualcun'altra minore dagli 11,3 miliardi di maggiori entrate si ottengono circa 9,5 miliardi che sono il valore totale delle nuove tasse della manovra, dove per tasse si intendono naturalmente anche quelle sui giochi o derivanti dalla lotta all'evasione.
 

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