Guarda "Chi vuole essere milionario" in tv: così 21enne scopre di avere un cancro

Guarda "Chi vuole essere milionario" in tv: così 21enne scopre di avere un cancro
Guarda "Chi vuole essere milionario" in tv: così 21enne scopre di avere un cancro
di Silvia Natella
2 Minuti di Lettura
Sabato 5 Ottobre 2019, 22:18
La televisione ha salvato la vita a un ragazzo di 21 anni, Harry Mockett, di Nottingham, in Inghilterra. Il giovane musicista ha raccontato di aver scoperto di avere un tumore grazie al programma "Chi vuol essere milionario". Stava guardando la tv quando si è accorto di fare fatica a leggere le domande sul monitor. Un campanello d'allarme che lo ha spinto a prenotare una visita oculistica.

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Pensando a un semplice peggioramento della vista si era rivolto prima a un ottico per cambiare gli occhiali. Nel tentativo di approfondire ha poi scoperto un'infiammazione del nervo ottico. Solo la risonanza magnetica ha portato alla terribile diagnosi: il ragazzo aveva un tumore al cervello più grande di una pallina da golf e doveva sottoporsi a un intervento chirurgico al John Radcliffe di Oxford per non perdere la vista. «Non avevo sintomi particolari, solo la vista annebbiata. Pensavo di avere bisogno solo di un paio di occhiali, non avevo idea di avere un tumore al cervello. Se avessi ignorato quel segnale sarei già morto o sarei diventato cieco», ha raccontato il ragazzo al Daily Mail.



Si trattava nello specifico di craniofaringioma. I medici sono riusciti a rimuovere il 98% del tumore, ma il calvario non era finito. Il giovane ha sviluppato l'idrocefalia, ossia l'accumulo di liquido nel cervello, ha fatto la radioterapia per due mesi in Germania e attualmente soffre di perdite di memoria a breve termine. Fortunatamente riesce ancora a suonare la chitarra.

«Pensavo davvero di stare benissimo, mi sentivo perfettamente in salute, sono persino andato a un concerto con i miei amici due giorni prima della risonanza magnetica - ricorda Mockett - poi ho avuto quella terribile notizia. Sono fortunato ad essere ancora vivo e devo ringraziare la mia famiglia e i miei medici per il sostegno».
 
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