Perdita udito e decadimento cognitivo negli anziani, la ricerca: «Importante favorire la diagnosi precoce»

Perdita udito e decadimento cognitivo negli anziani, la ricerca: «Importante favorire la diagnosi precoce»
Perdita udito e decadimento cognitivo negli anziani, la ricerca: «Importante favorire la diagnosi precoce»
2 Minuti di Lettura
Sabato 5 Ottobre 2019, 16:47 - Ultimo aggiornamento: 17:09

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 5% della popolazione mondiale (360 milioni di persone) soffre di perdita dell’udito, ed entro il 2020 in Europa circa 7 milioni di over 65 dovranno convivere con il problema. Le ultime ricerche indicano che in Italia solo il 3% degli affetti da perdita di udito accede ad un trattamento per affrontare la sordità, mentre il restante 97% non ha mai optato per un percorso risolutivo. Fra questi, un’elevata percentuale rifiuta anche di sottoporsi agli screening audiometrici perché non accetta. E’ necessario, pertanto, individuare nuovi sistemi di approccio alla categoria degli ipoacusici e promuovere la corretta prevenzione, favorendo la diagnosi precoce e l’individuazione tempestiva delle soluzioni opportune.

Rieti, entro ottobre la Asl attiverà la campagna di vaccinazione antinfluenzale: «Aumentare ulteriormente la copertura»
"Ottobre rosa", la prevenzione salva la vita: necessario investire risorse



Il seminario Artemisia Onlus, organizzato in occasione della Festa dei Nonni, con la collaborazione di primari esponenti del mondo scientifico ed accademico, ha affrontato il tema dell’udito nell’anziano sia sotto il profilo medico e tecnico sia sotto il profilo psico-sociale, nonché il tema di possibili mezzi e sistemi di prevenzione nell’età evolutiva, illustrando risultati di studi e ricerche, offrendo competenze specialistiche e approfondimenti multidisciplinari, affinché si individuino e si intraprendano nuovi percorsi di tutela, clinici, terapeutici e assistenziali.





 

© RIPRODUZIONE RISERVATA