Taglio dei parlamentari approda in aula, ma Pd e Leu chiedono un vertice sulle riforme

Taglio dei parlamentari approda in aula, ma Pd e Leu chiedono un vertice sulle riforme
Taglio dei parlamentari approda in aula, ma Pd e Leu chiedono un vertice sulle riforme
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Martedì 1 Ottobre 2019, 14:19 - Ultimo aggiornamento: 2 Ottobre, 07:29

Taglio dei parlamentari, c'è il sì in Commissione, mentre oggi Nicola Zingaretti si scaglia contro il proporzionale puro voluto da Matteo Renzi e mette i paletti sulle riforme chiedendo «garanzie di tutela delle regole democratiche e sicuramente una nuova legge elettorale» da scrivere con gli alleati. Ciò accade, appunto, mentre il taglio dei parlamentari ottiene il via libera in commissione alla Camera in attesa di passare al vaglio dell'Aula dal prossimo 7 ottobre. Votano a favore i partiti della maggioranza, contro Forza Italia, presente con un solo parlamentare, e Riccardo Magi di +Europa. 

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Assenti i deputati di Lega e Fratelli d'Italia. Matteo Salvini conferma che la Lega voterà sì in Aula a patto che «l'ok al provvedimento non sia »merce di scambio« tra M5s e Pd. Approvato anche il mandato al nuovo relatore Giuseppe Brescia (M5s), che è presidente della Commissione. Pd e Leu, subito dopo il loro voto, hanno ricordato quanto stabilito dal programma di Governo, e cioè che questa misura va inserita in un disegno più ampio di riforme da concordare insieme. A questo scopo, per trovare un'intesa generale, hanno chiesto un vertice di maggioranza da tenere entro martedì, il giorno appunto in cui il taglio dei parlamentari andrà in Aula. 

 

 

Il capogruppo di Liberi e uguali alla Camera, Federico Fornaro, definisce infatti «tecnico» il suo sì in Commissione. «Occorre ricordare - sottolinea - che il programma di governo prevede che l'approvazione definitiva della riforma sulla riduzione del numero dei parlamentari, sia accompagnata contestualmente da un percorso per incrementare le opportune garanzie costituzionali e di rappresentanza democratica, assicurando il pluralismo politico e territoriale». D'accordo con questa linea anche il costituzionalista dem Stefano Ceccanti, secondo cui il sì del Pd in Commissione sul taglio dei parlamentari, «non va inteso a sé stante, ma, come da programma di Governo, come Sì contestuale ad un disegno coerente di riforme». In particolare, quello che Pd e Leu chiedono agli alleati di governo dei Cinque Stelle è di intervenire, contestualmente al taglio dei parlamentari, anche sul fronte dei regolamenti di Camera e Senato per ricalibrare e ridurre il ricorso alla fiducia. Quindi lavorare a una riforma elettorale anche tenendo conto dei problemi specifici che si pongono al Senato per la riduzione molto forte dei seggi nelle regioni medio-piccole. Infine, - chiede Ceccanti - bisogna trovare soluzioni per rafforzare il Parlamento «rimuovendo le differenze ingiustificate (elettorato attivo e passivo, base regionale), il peso eccessivo dei delegati regionali nel collegio per eleggere il Capo dello Stato e per rimuovere la carenza più evidente emersa negli scorsi mesi, la presenza dei Presidenti di Regione in Senato nella votazione delle leggi sull'autonomia differenziata».

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Su tutti questi punti, il dialogo all'interno della maggioranza giallorossa sembra già ben avviato. «Dovremo discutere - assicura Giuseppe Brescia (M5S) - di una nuova legge elettorale e della riforma dei regolamenti parlamentari, insieme ad alcuni ritocchi alla Costituzione come per esempio la riduzione dei delegati regionali per eleggere il Capo dello Stato. Diamo dunque la massima disponibilità ad affrontare questi temi quanto prima, con lealtà e serietà». Detto questo, il Movimento Cinque Stelle festeggia questo importante primo pronunciamento parlamentare su una riforma da sempre un loro cavallo di battaglia: «Non vogliamo più - esulta il blog delle Stelle - che l'Italia si distingua in negativo dagli altri Stati su questioni come sprechi, inefficienze o privilegi. Con il taglio di 345 parlamentari possiamo adeguarci ai più virtuosi standard internazionali».

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