Emma e la sfida alla malattia: «Mi fermo, ma tornerò presto»

Emma e la sfida alla malattia: «Mi fermo, ma tornerò presto»
Emma e la sfida alla malattia: «Mi fermo, ma tornerò presto»
di Concita Borrelli
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Sabato 21 Settembre 2019, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 20:43

La cicatrice? «È la ferita che mi ha fatto meno male: la cicatrice indica che il male è stato tolto. Il male che resta dentro, ad esempio, è quello che viene dalle parole scagliate con irruenza». Disse Emma. Ed ora il male che le fu tolto è rientrato. 

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Fa nuovamente irruzione nella sua vita. O meglio, è la vita che fa irruzione in tutto il resto che, per quanto la riguarda, ha proprio il sapore di sogno inattaccabile. La favola di una ragazza volitiva, determinata, dall’urlo potente! Talent, concerti, Sanremo per cantare, Sanremo per scendere come diva contemporanea le scale dell’ironia. Fanciulla dal corpo scolpito. Rivale, secoli fa, di Belen per via di un certo Stefano. Presente sul web, amico un giorno e un altro scatenato. Intelligente. Scenica. E giocosa.

Emma ieri si è fatta dolcissima e leonessa e ci ha annunciato che dovrà lasciare concerti e tutti gli impegni lavorativi perché una volta per tutte deve chiudere con questa storia. Un attimo e l’abbiamo stretta a noi immaginando quanto abbia desiderato, in questi giorni farsi piccola piccola. Figlia della provincia e tanti dischi di platino, stretta tra le braccia dei suoi genitori che l’amano riamata, qualcuno l’avrà convocata in una stanza di un ospedale per dirle: «Dobbiamo intervenire». 

E in quei momenti vuoi, ed Emma avrà voluto, che il mondo si chiuda e diventi mura calde ed accoglienti. Vuoi che le luci siano solo quelle della cucina dove tua madre ti sta preparando fave e cicorie, e tuo padre che la musica l’ama quanto te, e te l’ha iniettata, ti faccia ridere. E gli amici siano quelli con la tua faccia che parlano la tua lingua antica, dell’infanzia felice a Sesto Fiorentino o nell’allegria delle giornate ad Aradeo con i tuoi nonni. Ed invece Emma è una star. Una grande star. Sotto i riflettori. Sotto Instagram. Sotto like. Sotto contratti. Sotto botta.
E ieri ha dovuto annunciarlo sui social che ha un problema di salute perché gli impegni si onorano e lei non può. Perché scomparire senza dire significherebbe farsi massacrare d’illazioni. Perché sei viva e ti ritrovi morta. Perché ti ricostruiscono gli ultimi giorni da sani per disegnarti piegata e sofferente. Se esserci oramai è uno scatto continuato sulle giornate in cucina, a passeggio con il cane Gaetano, alle prese con la lavatrice, o l’annuncio felice delle date dei prossimi concerti, come nascondere il colpo di teatro?

Quello che ti rimbomba nelle orecchie. Che ti mette fuori dai giochi, ma t’invita alla battaglia. Come nascondere che dovrai assentarti per un po’? Poco pochino, cara Emma. Che lo sai bene che rimarranno in tanti, in troppi, alla finestra per un tuo messaggio, un tweet, uno scatto al tuo alluce destro per poi chiedersi se ti trovi nella doccia o in sala operatoria. O contare i tuoi silenzi. Assentati poco pochino, Emma cara. Fallo per te, per i tuoi. E per tutti! Facce capi’ che la vita non è un sospetto. Un sentito dire. Un selfie. Ma sangue, sudore e rinascita.

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