Adozioni, la pratica non viene accettata: bimba e madre adottiva restano bloccate all'estero

Adozioni, la pratica non viene accettata: bimba e madre adottiva restano bloccate all'estero
Adozioni, la pratica non viene accettata: bimba e madre adottiva restano bloccate all'estero
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Martedì 18 Giugno 2019, 11:32
Una falla normativa che ha creato una situazione di stallo, con conseguenze difficili e pericolose. Sta facendo molto discutere il caso di una donna single che era riuscita ad adottare una bimba di sette mesi e che ora, non vedendosi confermata ufficialmente la pratica, non può neanche far ritorno a casa ed è rimasta bloccata in Pakistan, il paese di origine della piccola.

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La situazione è spiegata dall'Independent: Nina Saleh, una 44enne di nazionalità norvegese, residente a Londra con un regolare permesso di soggiorno, aveva deciso di adottare una bimba abbandonata dalla madre subito dopo la nascita. La donna aveva quindi avviato tutte le pratiche per l'adozione di Sofia, una bimba pachistana, e nel novembre dell'anno scorso era giunta nel paese mediorientale per perfezionare tutte le pratiche. Una volta concluse tutte le formalità nel paese di origine della bimba, Nina Saleh ha però avuto la peggiore delle sorprese. E non per via del suo status di donna single.

Il Ministero dell'Interno britannico, dopo che le autorità di entrambi i paesi avevano concesso tutti i permessi, ha bloccato l'adozione. Il motivo? Le pratiche svolte in Pakistan, per legge, non possono essere accettate dal Regno Unito. Il risultato finale è questo: Nina e Sofia sono bloccate in Pakistan e la donna potrà far rientro in Gran Bretagna solo se non porterà con sé la piccola. «È una situazione paradossale: le pratiche in Pakistan sono state gestite in modo rapido ed efficace, tutto si è impantanato per via della burocrazia britannica» - denuncia oggi la donna - «Non posso neanche uscire di casa: anche se il Pakistan sta facendo progressi in questo senso, una donna sola con una bambina in strada è ancora vista molto male e temo per la nostra incolumità. Non possiamo muoverci e siamo costrette a stare dentro casa, con la corrente elettrica che va e viene, i condizionatori che non funzionano e una temperatura che si attesta sempre intorno ai 40°C».

Al momento, all'orizzonte non sembrano esserci soluzioni per il caso di Nina Saleh e della piccola Sofia. La donna non manca di rimarcare il proprio disagio: «Dovrebbe essere il momento più felice della mia vita, finalmente posso essere mamma, invece sono bloccata in un paese straniero e in un ambiente ostile. Non posso neanche uscire di casa, non è certo questa la vita che spero per mia figlia».
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