Insulti a Falcone e Borsellino a “Realiti”, istruttoria Rai. Lucci: «Ho sempre condannato la mafia». L'ad Salini si scusa

Insulti a Falcone e Borsellino nella trasmissione di Rai2 «Realiti»: avviata un'istruttoria
Insulti a Falcone e Borsellino nella trasmissione di Rai2 «Realiti»: avviata un'istruttoria
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Lunedì 10 Giugno 2019, 16:51 - Ultimo aggiornamento: 11 Giugno, 08:03

«Non abbiamo invitato Riina o Provenzano in studio. Abbiamo invitato un ragazzetto che fa il cantante neomelodico e ha degli idoli orribili, perché il programma si occupa di fenomeni sul web». Lo dice all'agenzia Ansa il conduttore Enrico Lucci, in merito alla polemica sorta per la presenza del cantante neomelodico Leonardo Zappalà nella prima puntata di Realiti, su Raidue, nel mirino per una frase su Falcone e Borsellino. «Preciso subito che io non sono l'autore del programma e non invito nessuno. Io conduco il programma e ci tengo prima a chiarire il contesto - dice Lucci -. Il programma parla del grande reality in cui siamo tutti immersi e per questo parliamo di tutto. Tra il tutto, c'è anche il fenomeno dei cantanti neomelodici siciliani che cantano in napoletano. C'è stato un servizio in cui è stato raccontato il fenomeno con tutte le sue sbavature, tra cui anche riferimenti ideali alla mafia. Tra i due cantanti che apparivano nel servizio, è venuto in studio questo 'pischello' di 19 anni. A me interessa il fenomeno del 'pischello', molto seguito dagli adolescenti, che ha per idoli Scarface e Al Capone. Io per prima cosa gli ho fatto dire che non è un mafioso».



«Tutti parlano di una cosa che non hanno visto - prosegue Lucci -. Io mi rivolgo a questo ragazzetto con toni paterni, perché non si massacra un ragazzetto che dichiara di non essere mafioso, anche se ha degli idoli abbastanza orribili e le idee abbastanza confuse. Per questo gli dico:'cerca di schiarirti le idee e studia la storia. Anche se hai lasciato la scuola, studia la storia dei grandi siciliani: La Torre, Mattarella, Impastato, i carabinieri uccisi dalla mafia. E ti esorto a pensare ai due nostri grandi fratelli Falcone e Borsellino. È qui che si vedono le loro immagini e c'è un'esplosione dello studio con un'ovazione per i due giudici. Prima di ogni cosa, io gli dico: 'la mafia è merda!'. Non c'è margine di dubbio su cosa è stato fatto in studio».

«Per quanto riguarda la frase su Falcone e Borsellino, io non l'ho neanche capita bene, ma gli ho detto: studia - sottolinea Lucci -. Non c'è nessun margine di dubbio sulla nostra posizione. Quella frase l'ha detta in un contesto in cui gli abbiamo insegnato la differenza tra il bene e il male. Parliamo di un 19enne che non capisce neanche bene la potenza delle frasi che esprime. Essendo un idolo degli adolescenti, a maggior ragione lo invito, sperando che altri adolescenti capiscano la differenza tra il bene e il male». Lucci precisa poi che «l'altro cantante, citato nel video, non è stato invitato in studio. Si era valutato in un primo momento se farlo venire, ma poi si è deciso di non farlo venire. Nel video lui comunque dice: 'ho pagato per il mio passato e voglio cambiare la mia vita'. È vero che è uno che è stato in galera, ma non è venuto in studio».

Le scuse. «Quello che è avvenuto è inaccettabile e non può e non deve accadere». È quanto afferma in una nota l'ad Rai Fabrizio Salini, che ribadisce quanto già affermato stamattina nella nota aziendale relativa all'episodio avvenuto nel corso della prima puntata di Realiti, in onda su Rai2. «Abbiamo il dovere di essere garanti della legalità - dice Salini -. In questo caso non lo siamo stati, chiediamo scusa ai parenti di Falcone e Borsellino, ai familiari di tutte le vittime della mafia e ai telespettatori».

«È in corso un'istruttoria per stabilire le responsabilità», ricorda Salini nella nota. «Come ho detto più volte, per la Rai è un obbligo civile, morale e culturale essere rispettosi della legalità: ad essa devono essere ispirate le immagini e le parole che si susseguono nei nostri programmi. È una legalità che deve guidare i contenuti che pensiamo e che poi mandiamo in onda, l'informazione che proponiamo, i modi in cui ci comportiamo.

Parlare di legalità attraverso le nostre voci e le nostre immagini deve essere la principale missione della Rai, una missione che lega i concetti di cultura e legalità. Purtroppo questo non è avvenuto l'altra sera, non ci sono giustificazioni e mi spiace che un episodio del genere rischi di offuscare la ferma condanna che pure il programma 'Realitì ha evidentemente manifestato e le molte cose buone, di servizio pubblico - conclude l'amministratore delegato - che ogni giorno la Rai propone».
 

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