Cannabis light, la Cassazione: «Vendita illegale». A Taranto e Lecce sequestri e polemiche

Cannabis light, «la legge non è chiara». Procura della Cassazione chiede di trasmettere atti alla Consulta
Cannabis light, «la legge non è chiara». Procura della Cassazione chiede di trasmettere atti alla Consulta
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Giovedì 30 Maggio 2019, 13:29 - Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 10:58

«La legge non consente la vendita o la cessione a qualunque titolo dei prodotti derivati dalla coltivazione della cannabis», come l'olio, le foglie, le inflorescenze e la resina». Lo ha hanno deciso le sezioni unite penali della suprema corte che così danno uno stop alla vendita della cannabis light.

La Procura generale della Cassazione aveva chiesto, davanti alle sezioni unite penali della Suprema Corte, di «trasmettere gli atti alla Corte Costituzionale» in merito alla questione della cannabis light su cui si erano già espresse, con contrarie interpretazioni, la Quarta e la Sesta sezione della Cassazione (se per la prima il commercio di canapa light è vietato, per la seconda è lecito). Nel riferire le conclusioni del pg della Cassazione, l'avvocato penalista Carlo Alberto Zaina, ha spiegato che «tutto ciò prevederà un allungamento dei tempi anche fino ad un anno e mezzo» prima di dirimere la questione. L'udienza si è svolta a porte chiuse.


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«Al di là delle considerazioni esposte, è comunque incontrovertibile l'esistenza, nella materia in esame, di un contrasto giurisprudenziale, onde si ritiene necessario rimettere alle Sezioni unite la risoluzione del quesito di diritto» recita l'ordinanza della Quarta corte dell'8 febbraio 2019. Un giudizio destinato ad avere un impatto enorme su una delle fette più dinamiche dell'economia italiana.  Secondo l'Aical, Associazione italiana cannabis light (la Confindustria della marijuana), pur in assenza di dati certificati, il mercato della canapa in Italia vale oggi circa 80 milioni di euro, in crescita a tassi del 100% l'anno. Un valore che comprende l'intera filiera: coltivazione, distribuzione, fino alla vendita di oltre 100 prodotti come fiori, tisane, oli, cosmetici, fino alle farine per la piadina. In tre anni, il numero di negozi di canapa light nel nostro Paese è passato da zero a oltre 3.000.
A Taranto la Procura ha da tempo aperto un'inchiesta che ha portato anche al sequestro di nimerose macchinette automatiche che distribuivano derivati della cannabis light. Per il Procuratore Capristo la vendita è illegale e la decisione della Cassazione dà ragione al capo della Procura tarantina.
A Lecce, invece, nelle ultime settimane i distributori di derivati della cannabis sono stati al centro di una serie di polemiche innestate da alcuni dirigenti scolastici che hanno denunciato la vicinanza dei punti vendita alle scuole. Alle segnalazioni hanno fatto seguito numerosi sopralluoghi da parte delle forze dell'ordine.

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