Roberta Ragusa, su Giallo le liti choc tra la figlia di Logli e la sua nuova compagna

Roberta Ragusa, su Giallo le liti choc tra la figlia di Logli e la sua nuova compagna
Roberta Ragusa, su Giallo le liti choc tra la figlia di Logli e la sua nuova compagna
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Giovedì 30 Maggio 2019, 18:02 - Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 15:26
Roberta Ragusa, spuntano nuove sconcertanti rivelazioni. Il settimanale Giallo nel suo numero in edicola tra qualche giorno pubblica in esclusiva un'intercettazione in cui una bambina parla con suo padre: «Il mio babbo… fa tutte le cose, è diventato una marionetta, e te gli dici cosa deve fare. È la verità». È il 24 marzo del 2013: quella bambina ha 11 anni ed è la figlioletta di Antonio Logli, marito di Roberta, all'epoca scomparsa da oltre un anno, e la donna alla quale si rivolge è Sara Calzolaio, 36 anni, amante di Logli e sua nuova convivente.

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Una presenza ingombrante quella di Sara, scrive Giallo, per via della condizione in cui la bambina è costretta a vivere da quando la mamma non c'è più: suo padre ai suoi occhi si è trasformato in una specie di 'schiavo' che esegue gli ordini impartiti dalla sua amante-convivente. L'intercettazione, insieme a molte altre, è stata inserita dagli inquirenti nel fascicolo d'inchiesta sulla scomparsa di Roberta, uccisa - come stabilito dai giudici - nella notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012 proprio dal marito Antonio Logli, condannato a 20 anni di carcere, sia in primo che in secondo grado, che però si dichiara da sempre innocente e per questo ha presentato ricorso in Cassazione.

LE RELAZIONI DEGLI PSICOLOGI Poco dopo la scomparsa di Roberta Ragusa, scrive Giallo, tutti i membri della famiglia Logli furono sottoposti a una perizia psicologica: «Sia il padre che i nonni dei minori tendono a banalizzare e a minimizzare il dolore e le ripercussioni della scomparsa della signora Ragusa sui due ragazzi, con qualche distinguo per la nonna, che (al contrario di Antonio e del padre Valdemaro, ndr) non crede possibile un allontanamento volontario dato l’amore immenso che questa nutriva per i figli» si legge nelle relazioni. «Tutte le persone da noi sentite descrivono la signora Ragusa come una madre sempre centrata sui figli e in simbiosi con questi, caparbia e determinata. A nostro avviso è importante segnalare come i due ragazzi vivano la scomparsa della madre in modo differente: la bambina pensa a un possibile rientro della madre e fantastica di come “sistemare” le questioni relazionali in famiglia collocandosi con il padre e la compagna di questi in un altro appartamento, e lasciando la casa familiare alla madre. Il ragazzo, invece, mostra più sofferenza a distanziarsi dalla tesi del papà e del nonno e mestamente ha confidato che pensa che la mamma non si sia allontanata spontaneamente».



Altri elementi significativi invece emergono dagli incontro tra gli psicologi e lo stesso Logli: l’uomo, hanno scritto gli esperti, ha «la tendenza a non essere spontaneo e trasparente nel riferire i fatti e le emozioni. Quando gli è stato fatto notare che non aveva riferito la verità sulla sua convivenza con Sara Calzolaio, ha negato immediatamente la realtà e poi ha goffamente tentato di giustificarsi con un “non ricordo”». E ancora: «Logli ha difficoltà ad approfondire il punto di vista dei bambini rispetto alle decisioni prese. Vi è la tendenza a mantenere il controllo sui figli, su quanto dicono e quanto fanno. Ha difficoltà a verbalizzare i sentimenti di perdita e sgomento rispetto all’assenza di un componente della famiglia così importante. L’interpretazione della realtà viene proposta in modo manipolato e credibile anche alla presenza dei figli».



CONTINUE LITI TRA SARA E LA BAMBINA E nemmeno la nuova compagna di Logli, Sara Calzolaio, conclude Giallo, pare comprendere a fondo il dolore della bambina, come dimostrano i continui scontri verbali tra la bimba e la donna registrati dalle microspie installate dai carabinieri. In una conversazione risalente al periodo di Pasqua 2013, si parla delle uova di cioccolato. La piccola dice: «La mamma non ha mai regalato un uovo al babbo, neppure quando erano fidanzati». La risposta di Sara è glaciale: «È questa la differenza, purtroppo. Mi dispiace, probabilmente (il papà, ndr) non sarà mai stato tanto innamorato, oppure lei non lo sapeva nemmeno amare». Sempre in quei giorni, e precisamente il 24 marzo del 2013, viene intercettata una conversazione tra Antonio e la figlia. La bambina piange per una discussione avuta poco prima con Sara. La piccola ripete più volte questa frase: «Non ce la faccio più!». 



Sara dice anche che il vero motivo per cui ha deciso di stare con Antonio è proprio per la presenza dei suoi figli, perché se fosse stato da solo lo avrebbe lasciato. La minorenne ascolta perplessa: «Io voglio la mamma», poi piange a dirotto. E Sara insiste: «Anche io voglio la tua mamma. Anche io voglio che torni a casa, anche io vorrei fare la fidanzatina felice, la ragazzina, ma non ho mai fatto la ragazzina». Un altro litigio tra Sara e la bambina risale al 7 aprile del 2013. La donna a un certo punto urla: «Devi stare attenta a come si parla, a cosa dici, te datti fuoco!». Dalla sua cameretta, la piccola prova a rispondere a tono: «Io non mi do fuoco! Dattelo te!».


Il 9 aprile A. non riesce più a tenersi dentro le sue paure e confida a Sara di aver visto dei mostri e di aver sognato che era stato ritrovato il corpo della sua mamma. Sara le chiede: «Scusa, non hai dormito, come hai fatto a vedere i mostri?». La bambina, per nulla confortata, risponde: «Lo sento». Poi aggiunge: «Di mia madre hanno trovato il corpo...». Infine la sera del 29 aprile 2013 la bambina litiga con il fratello, ha una crisi di nervi e piange in preda alle convulsioni. Sara,  anziché tranquillizzarla, le urla ancora: «Basta! Non ti agitare, papà non può salire». La bimba però continua a piangere e Sara la incalza: «Allora rimani per terra. Cosa ti devo dire? Però non voglio sentire urlare. Alzati. Alzati e vai a mettere a posto. Guarda, veramente, anche se continui non succede nulla, ti ripeto, non cambia niente». La bambina a questo punto grida: «Aiuto!». Ma Sara non mostra comprensione: «La scenata non serve a niente...».
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