Bimba morta sugli sci, sequestrate quattro piste in Val di Susa

Bimba morta sugli sci, sequestrate quattro piste in Val di Susa
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Sabato 5 Gennaio 2019, 11:49 - Ultimo aggiornamento: 13:51

La pista da sci Imbuto di Sauze d'Oulx, in Val di Susa (Torino), dove mercoledì scorso è morta Camilla, la bimba di 9 anni dopo una caduta e il successivo violento urto contro una barriera frangivento, è stata sequestrata dai carabinieri di Oulx e di Sestriere, su disposizione del magistrato della Procura di Torino Giovanni Caspani.

 



Sequestrate anche, nella stessa zona, le piste '27 alta', '27 bis' e 'Cresta'. Il decreto di sequestro preventivo d'urgenza è stato firmato dal pm dopo aver partecipato al sopralluogo insieme ai militari. Sulla morte della bambina, la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e ha iscritto nel  registro degli indagati quattro persone, manager e ex tecnici, della Sestrieres Spa, la società che gestisce gli impianti sciistici della Via Lattea. Gli stessi sono indagati anche nell'inchiesta sulla morte di un altro sciatore, l'ingegnere siciliano Giovanni Bonaventura, avvenuta lo scorso anno a poca distanza dal luogo dell'incidente dell'altroieri.

«Quali difensori dei genitori della piccola Camilla e su loro espresso incarico intendiamo richiedere massima sensibilità e attenzione da parte degli organi di stampa per il dolore legato alla tragica morte della figlia». Così gli avvocati Giorgio Papotti e Cosimo Maggiore, che rappresentano il padre e la mamma di Camilla Compagnucci. «Nelle ultime ore sono comparsi articoli riportanti presunte dichiarazioni in relazione ai fatti accaduti ed altri che si sono soffermati su particolari della vita privata - aggiungono i legali -. È doveroso precisare che né i familiari, né gli amici degli stessi, genitori di altri bimbi compagni di Camilla, hanno mai rilasciato dichiarazioni a organi di stampa e anzi chiedono con forza il silenzio in rispetto di Camilla, del loro dolore e degli accertamenti investigativi in corso. In particolare, il continuo susseguirsi di notizie superflue e quantomeno non verificate - concludono gli avvocati Papotti e Maggiore - sta amplificando ingiustificatamente il dolore della famiglia e, in specie, dei bambini compagni di Camilla, che più degli adulti in questo momento debbono essere protetti e sostenuti».

 

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