Scommesse online in mano alle mafie: 68 arresti. A Bari preso anche il figlio cantante del boss Parisi. Coinvolti anche due tarantini e un leccese

Scommesse online in mano alle mafie: 68 arresti. A Bari preso anche il figlio cantante del boss Parisi. Coinvolti anche due tarantini e un leccese
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Mercoledì 14 Novembre 2018, 08:43 - Ultimo aggiornamento: 18:31
Le mani della mafia sul mercato delle scommesse online. È quanto emerso al termine di tre diverse indagini delle procure di Bari, Reggio Calabria e Catania, coordinate dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo che hanno portato all'arresto di 68 persone e al sequestro di beni in Italia e all'estero per oltre un miliardo. Il volume delle giocate, riguardanti eventi sportivi e non, scoperto dagli investigatori di Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri, è superiore ai 4,5 miliardi.

Tra gli indagati della maxi operazione antimafia svolta in tutta Italia dalla Dna, ci sono anche due tarantini e un salentino. In particolare, ruolo apicale viene dato dagli inquirenti al tarantino Raffaele Tagliente, considerato dalla Dda di Bar, allo stesso tempo, prestanome della famiglia Martiradonna e gestore della “rete di scommesse illecite con la Skinn5Bet.com, nonché master nell’area di Taranto, Lecce, Bat e Bari”. In sostanza era lui il referente del clan in quelle zone, secondo la ricostruzione degli inquirenti. Tagliente è accusato dalla Procura di aver fatto parte dell’associazione per delinquere ed è finito agli arresti domiciliari. E’ invece indagato a piede libero un altro tarantino, Luigi Emilio Minelli, anche lui accusato dalla Dda di essere un “master” per le zone di Taranto e Lecce. Ai “master” spettava il compito anche di affiliare nuove sale giochi e scommesse online per conto del marchio e raccogliere le poste giocate, per poi consegnare la parte alla “casa madre” Infine, coinvolto anche un salentino, un imprenditore del ’49 di Santa Cesarea Terme, C. N., indagato a piede libero, e ritenuto un prestanome della famiglia di Vito Martiradonna: la sua posizione è più marginale, sarebbe stato coinvolto in una intestazione fittizia di un appartamento.


 

Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri stanno inoltre eseguendo una ottantina di perquisizioni in diverse città. I reati contestati, a vario titolo, vanno dall'associazione mafiosa al trasferimento fraudolento di valori, dal riciclaggio all'autoriclaggio, dall'illecita raccolta di scommesse on line alla fraudolenta sottrazione ai prelievi fiscali dei relativi guadagni. Dalle indagini è emerso che i gruppi criminali si erano spartiti e controllavano, con modalità mafiose, il mercato delle scommesse clandestine on line attraverso diverse piattaforme gestite dalle stesse organizzazioni.

Il denaro accumulato illegalmente, il cui percorso è stato monitorato dalla Guardia di Finanza, veniva poi reinvestito in patrimoni immobiliari e posizioni finanziarie all'estero intestati a persone, fondazioni e società, tutte ovviamente schermate grazie alla complicità di diversi prestanome. E proprio per rintracciare il patrimonio accumulato ed effettuare i sequestri è stata fondamentale la collaborazione di Eurojust e delle autorità giudiziarie di Austria, Svizzera, Regno Unito, Isola di Man, Paesi Bassi, Curacao, Serbia, Albania, Spagna e Malta. I dettagli dell'operazione saranno resi noti in una conferenza stampa in programma alle 11 nella sede della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo in via Giulia a Roma alla presenza del procuratore nazionale Federico Cafiero De Raho e dei procuratori di Bari, Reggio Calabria e Catania.

A Bari l'operazione interregionale ha portato a 22 arresti. C'è anche Tommy Parisi, il figlio
cantante del boss di Bari Savinuccio, tra i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita oggi dalla Guardia di Finanza nell'ambito di una indagine della Dda di Bari su giro di scommesse online illegali gestite dalla mafia. Oltre a lui la misura cautelare riguarda altre 21 persone, tra cui Vito Martiradonna e i suoi tre figli Francesco, Mariano e Michele, decine di affiliati al clan, imprenditori e prestanome. gli indagati si contestano, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, riciclaggio e autoriciclaggio, truffa e reati tributari, raccolta abusiva di scommesse, trasferimento fraudolento di valori e intestazione fittizia di beni.
Tommy Parisi, accusato di trasferimento fraudolento di valori con l'aggravante mafiosa ma non ancora catturato, è accusato di aver intestato fittiziamente a quattro prestanome altrettanti
centri scommesse con sede a Bari e in provincia.
Il figlio del boss è attualmente imputato per associazione mafiosa in un'altra indagine su estorsioni ai cantieri edili di Bari e, secondo l'accusa, avrebbe intestato le società a insospettabili proprio per l'eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali.
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