Migranti, intesa nel governo: 10 in Italia, saranno affidati alla Chiesa Valdese. Salvini: linea dura, governo compatto

Migranti sbarcati a Malta, ira Salvini: «Non autorizzo arrivi, subito vertice»
Migranti sbarcati a Malta, ira Salvini: «Non autorizzo arrivi, subito vertice»
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Mercoledì 9 Gennaio 2019, 13:15 - Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 07:22

Sbarcano finalmente a Malta i 49 migranti che da 19 giorni erano a bordo delle navi delle Ong Sea Watch e Sea Eye ferme al largo dell'isola, lasciati volontariamente in mezzo al mare e sulla pelle dei quali si è giocata l'ennesima battaglia politica. Ma il caso scatena una crisi nell'Esecutivo e spinge Conte e i due vicepremier a un vertice notturno nel quale alla fine si decide di accogliere solo donne e bambini. «Manteniamo l'impegno ad accogliere donne bambini senza dividere nuclei familiari, li affideremo alla chiesa Valdese che si è offerta di accoglierli senza oneri per lo Stato», sottolineano fonti di Palazzo Chigi. Si tratta di poco più di 10 persone.

Migranti sbarcati a Malta dopo il sì all'accordo tra paesi europei
Malta, accordo Ue, migranti in 8 Paesi tra cui Italia

«In attesa dei trasferimenti da Malta, il Premier Conte chiederà un incontro urgente con Avramopulos per far eseguire la ricollocazione degli oltre 200 migranti che da agosto l'Italia aspetta che siano accolti dalla Germania, Olanda e altri 7 paesi europei che non hanno dato seguito agli impegni», aggiungono da Palazzo Chigi.

Salvini è «molto soddisfatto» dell'esito della riunione, riferiscono fonti della Lega. «D'ora in poi meglio incontrarsi prima che dopo, l'immigrazione la gestisce il ministro dell'Interno», è il senso del ragionamento. «Il governo è compatto sulla linea rigorosa, porti chiusi, lotta agli scafisti e alle ONG. Aggiungo che ogni nuovo eventuale arrivo dovrà essere a costo zero per i cittadini Italiani», dice il ministro al termine del vertice.


Il mezzo accordo messo in piedi a Bruxelles per ridistribuire i migranti in 8 paesi europei spacca profondamente il governo: Matteo Salvini, impegnato a Varsavia a tessere la tela del fronte sovranista in vista delle europee di maggio, non fa nulla per nascondere l'ira nei confronti del presidente del Consiglio Conte, colpevole di aver ceduto alla linea del rigore e, soprattutto, di averlo sfidato e battuto nel suo campo: «Serve un chiarimento. Io non autorizzo arrivi», tuona prima del vertice serale.

Per tutto il pomeriggio si parla del summit di chiarimento, poi intorno alle 21 dal Viminale fanno sapere che non è affatto detto che ci sarà e infine, un'ora e mezzo più tardi, arriva la conferma: il summit si fa alle 23 a Palazzo Chigi. Presente anche Di Maio. «Ci vediamo? Certo, sto andando lì per questo», dice lasciando un ristorante del centro di Roma per tornare a piedi a Palazzo Chigi. «Ci vediamo verso le undici, undici e un quarto».

«Grazie ancora per le decine di migliaia di messaggi di sostegno con il #SalviniNonMollare, credo che oggi la vostra e la nostra voce si sia sentita forte e chiara! Io non cambio idea!», scrive su Twitter il vicepremier del Carroccio poco prima che il vertice abbia inizio.

 


 

La situazione nel Mediterraneo si sblocca in mattinata, con l'annuncio dell'accordo raggiunto a Bruxelles da parte del premier maltese Joseph Muscat: 8 paesi europei hanno accettato di accogliere i 49 a bordo delle navi delle Ong e altri 131 migranti che nei giorni scorsi erano stati salvati dalle motovedette maltesi. Francia e Germania ne prenderanno 60 ciascuno, il Portogallo 20, Irlanda, Lussemburgo e Olanda ne accoglieranno 6 ciascuno e 5 la Romania. Un'intesa che conferma il fallimento dell'Europa su questi temi, visto che la maggioranza dei paesi si chiama fuori. «L'Ue non ha fatto una bella figura - ammette il Commissario alle migrazioni Dimitris Avramopoulos - Lasciare i migranti in mare per 3 settimane non è ciò per cui l'Ue lotta».

E l'Italia? Numeri ufficiali non ce ne sono e palazzo Chigi si guarda bene dal comunicarli, ma è lo stesso Muscat a confermare che il nostro paese farà la sua parte. Secondo numeri che circolano a Bruxelles, sarebebro dovuti arrivare tra i 20 e i 25 migranti ma dopo il vertice notturno tra Conte, Di Maio e Salvini i numeri si sono ridotti.

Si tratta di «alcune famiglie» dice il presidente della Commissione per le politiche Ue della Camera Sergio Battelli, che poi aggiunge: «l'accordo è stato raggiunto grazie alla mediazione del premier Conte». Ma è proprio questa mediazione e l'evidenza che alla fine la linea del premier ha prevalso che non sono andate giù a Salvini. Già di prima mattina, quando ancora Malta non aveva ufficializzato l'accordo, aveva ribadito il suo no. «Altro che farne sbarcare altri o andarli a prendere con barconi e aerei, stiamo lavorando per rimandarne a casa un bel po'. Scafisti e terroristi: a casa!».

Al ministro tra l'altro brucia ancora quanto avvenuto l'estate scorsa dopo gli sbarchi di 477 migranti a Pozzallo e dei 177 della Diciotti scesi a Catania dopo aver passato anche loro giorni in mare. In entrambe le occasioni l'Europa aveva raggiunto un'accordo sulla scia di quello siglato oggi, ma nella realtà è rimasto lettera morta: dei 650 migranti solo 150 sono stati ricollocati nei paesi che aveva promesso di prenderli. Tra questi c'era anche Malta che aveva annunciato che si sarebbe fatta carico di 50 persone ma alla fine non ha preso neanche un migrante. Ecco perché «dirò a Conte di aspettare che i Paesi europei prendano quelli che avevano promesso di accogliere, non si capisce perché altri se ne fregano e noi dobbiamo accogliere».

Quel che è certo è che al momento nessuno dei 49 migranti che hanno finalmente trovato un porto sicuro è arrivato in Italia. «Che siano 8 o 88 io non autorizzo nessuno - ribadisce infatti Salvini che incassa anche il sostegno dei governatori leghisti - le scelte si condividono e le riunioni si fanno prima, non dopo.
Quella di Conte è una scelta che non ha senso. Cedere alle pressioni e alle minacce dell'Europa e delle Ong è un segnale di debolezza che gli italiani non meritano». Poi il «chiarimento» chiesto e ottenuto dallo stesso Salvini.

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