Reddito, gli otto requisiti per averlo: modificata la platea

Reddito, gli otto requisiti per averlo: modificata la platea
di Umberto Mancini e Francesco Pacifico
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Martedì 8 Gennaio 2019, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 18:01
ROMA Con l’ultima versione del decreto che regola Reddito di cittadinanza e Quota Cento, si delinea meglio la platea e l’entità del futuro sussidio contro la povertà e la disoccupazione. Lo strumento può essere richiesto da tutti gli italiani o gli extracomunitari con permesso di soggiorno nel nostro Paese da almeno dieci anni. Ogni nucleo familiare deve avere un reddito Isee entro i 9.360 euro l’anno (che cala a 6.000 per i single avvantaggiati rispetto alle prime ipotesi), un patrimonio immobiliare al netto della prima casa non superiore ai 30.000 euro, rendite finanziarie non oltre i 6.000 (10.000 con almeno 2 figli), divieto di possedere auto sopra i 1.600 cc o barche. I figli a carico devono avere meno di 26 anni. Viene escluso chi si è dimesso volontariamente, i detenuti e i degenti di lungo corso in strutture pubbliche. Entro diciotto mesi i Centri per l’impiego devono trovare tre offerte di lavoro ai percettori, i quali possono rifiutare le prime due entro i primi 12 mesi. In caso contrario perdono il diritto all’assegno. 



I PERCETTORI TOTALI
Tornado al decreto, e dopo le polemiche degli ultimi giorni, il governo ammette che i beneficiari saranno meno rispetto al previsto: infatti si parla di una platea di 1.700.000 di famiglie per 4.900.000 percettori totali. Confermati gli stanziamenti, ribassati rispetto alle prime intenzioni nel corso delle trattativa con la Ue per evitare la procedura d’infrazione: in totale siamo a 6,1 miliardi di euro, dei quali un miliardo dovrebbe andare al rilancio dei centri per l’impiego. Quando finiranno i finanziamenti, gli assegni saranno rimodulati in base alle risorse disponibili (si punta a recuperarne di nuove dai fondi non usati per Quota Cento). Il sussidio va scomposto tra una componente massima di 500 euro a famiglia modulabile in relazione all’Isee e 280 euro per l’affitto. Stando ai primi calcoli, andranno in media a ogni famiglia 391 euro, che diventano 138 per il singolo disoccupato. In ogni caso, l’assegno oscillerà tra i 40 e i 780 euro mensili. Via Facebook il vicepremier Luigi Di Maio ha fatto sapere che il governo «mira a migliorare la vita dei più deboli, dare un sostegno economico a chi non ha lavoro e inserirli in un piano per l’occupazione».

1) Il Caf per calcolare l’indicatore Isee
Chi vuole ottenere il reddito di cittadinanza deve passare dai Caf per farsi calcolare il reddito Isee, non può superare i 9.360 euro l’anno. Qui presenta la cosiddetta Dsu (dichiarazione sostitutiva unica) nella quale indica dati anagrafici, reddituali e patrimoniali del familiare, che ha validità dal momento della presentazione e fino al 15 gennaio dell’anno successivo. La Dsu, una volta vidimata, sarà girata all’Inps e al Centro per l’impiego.

2) L’invio telematico entro 10 giorni
Nel decreto non è stato ancora definito l’Iter, ma sull’esempio della Naspi, la pratica (la Dsu e una dichiarazione di immediata disponibilità lavorativa) va depositata in via telematica a un portale ad hoc o all’Inps, che poi erogherà il sussidio, oppure tramite le Poste e i Caf, se ci sarà una convenzione con la stessa Inps. Entro dieci giorni l’istituto di previdenza deve ricevere tutta la documentazione, quindi ha 5 giorni per dare un parere sulla sua accettabilità.

3) Il primo contatto con i centri
Entro 30 giorni dalla accettazione della pratica, il beneficiario è convocato presso il Centro per l’impiego o le strutture private accreditate. Qui firma il cosiddetto “Patto per il lavoro”: ribadisce la disponibilità ad iniziare immediatamente un lavoro, dichiara di seguire un percorso di formazione s’impegna a fornire un tot di ore per attività a fini sociali e a sostenere colloqui psicoattitudinali, si registra al Sistema informativo unitario delle politiche del lavoro.

4) La sottoscrizione del Patto sul lavoro
Entro 30 giorni le stesse dichiarazioni contenute nel Patto per il lavoro devono essere rese anche dagli altri membri del nucleo familiare. Idem l’iscrizione al servizio informativo unitario delle politiche del lavoro. Se entro 60 giorni non si viene convocati, l’Anpal invia le credenziali al portale per la procedura telematica di profilazione presidisposta dalla stessa Anpal, senza la quale è impossibile ottenere il primo assegno di ricollocamento.

5) Arriva la carta e le regole d’uso
Anche su questo punto il dl non è chiaro. Ma entro un mese dalla presa in carico dell’Inps e del centro per l’impiego l’istituto previdenziale manderà a casa la “carta del reddito di cittadinanza”, una card telematica sulla quale viene accreditato il sussidio e permette l’acquisto di beni e servizi (esclusi, per ora, solo gli alcoolici). Con la card si potrà prelevare fino a 100 euro in contanti. Non sono esclusi ulteriori contributi per la cura della salute e l’utenza.

6) L’assistenza dei “navigator”
I navigator del Cpi, in caso di gravi bisogni sociali, fanno firmare ai beneficiari del reddito e ai loro familiari il cosiddetto Patto per l’inclusione: è un percorso di assistenza personalizzato che prevede servizi welfaristici di contrasto alla povertà.
Collaborano in questa attività anche le strutture territoriali in capo ai Comuni. I quali devono coinvolgere i disoccupati in attività utili alla collettività in campo sociale, ambientale o per la tutela dei beni dell’ente stesso.


7) Offerte congrue nei diciotto mesi
Nell’arco di 18 mesi dall’attivazione del Reddito, il Centro per l’impiego o la struttura accreditata devono trovare per il beneficiario tre offerte di lavoro congrue sia economicamente sia alle caratteristiche del disoccupato. Nei primi sei mesi la distanza non può superare i 100 chilometri di distanza dalla residenza, dopo passa i 250 chilometri, quindi anche fuori regione. Le aziende che vogliono assumere si rivolgono a un apposito sportello dei Cp.

8) Controlli e perdita del beneficio
Se cambiano le condizioni di reddito (aumento delle entrate, nuovo lavoro, l’avvio di una nuova attività imprenditoriale), queste vanno comunicate all’Inps entro 30 giorni nel primo giorno ed entro quindici negli altri. In caso contrario si rischia di perdere il sussidio. Toccherà poi ai Cpi e ai Comuni individuare gli abusi (come lo svolgere lavoro nero) e segnalarli all’Agenzia delle entrate e alla Gdf per i controlli. Chi perde il reddito, non può richiederlo prima di un anno.

 
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