Roma, mostra la pistola al medico: parte un colpo e uccide paziente

Roma, mostra la pistola al medico: parte un colpo e uccide paziente
di Marco De Risi e Raffaella Troili
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Mercoledì 6 Giugno 2018, 07:23 - Ultimo aggiornamento: 12:04


ROMA Voleva solo una ricetta, è morto nella sala d'attesa di uno studio medico, a pochi passi da casa: centrato alla testa. Gaetano Randazzo, 58 anni, ex pasticcere, aspettava il suo turno quando è stato raggiunto da un colpo di pistola partito accidentalmente dalla stanza del dottore dove all'interno in quel momento c'era una guardia giurata di 40 anni, Fabian Manzo dipendente della Società Security service. Uno scherzo beffardo del destino, che porterà i familiari a gridare «gli ha fatto la ricetta a vita».

Il dramma è avvenuto ieri pomeriggio alla periferia di Roma, a Colli Aniene, in viale Palmiro Togliatti, al primo piano di un enorme caseggiato che ospita uno studio medico. Poco prima delle 17. L'uomo era nella sala dattesa del medico di famiglia, Paolo Episcopo, 65 anni, quando è stato raggiunto dal proiettile che ha attraversato la parete in cartongesso e centrato Gaetano Randazzo. Ad accorgersi della tragedia, lo stesso medico, che ha aperto la porta per sincerarsi che non ci fosse stato alcun danno: purtroppo uno dei pazienti in attesa era a terra, gli altri sotto choc. Inutili i soccorsi, Gaetano Randazzo, è morto pochi istanti dopo. «Abbiamo sentito uno sparo e poi quell'uomo accasciarsi a terra».
 

 


Da quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo radiomobile e di via in Selci, anche ascoltando chi era presente nella saletta in quel momento, il medico (che ha il porto d'armi) avrebbe chiesto alla guardia giurata, che era lì per una visita necessaria per rinnovare il porto d'armi, di mostrargli la pistola: le pareti in cartongesso hanno permesso di ascoltare stralci di conversazione, del tipo «fammela vedere, dai». A quel punto la guardia giurata deve aver effettuato una manovra sbagliata, probabilmente aveva il colpo in canna, ed è partito. Il vigilantes è stato arrestato con l'accusa di omicidio colposo.

RESIDENTI SOTTO CHOC
Sulla vicenda sono in corso indagini da parte dei carabinieri che al momento ipotizzano l'incidente. Sotto choc chi era presente nella sala d'attesa e i tanti che da anni frequentano lo studio medico.
«Il dottore oggi ha fatto anche il doppio turno, una bravissima persona, lo conosciamo tutti da una vita, sta qui da tanti anni». Ora dicono che non si dia pace, che si senta responsabile dell'accaduto. Pieni di dolore e rabbia i familiari di Gaetano, che nella vita non ha mai fatto del male a una mosca, ha vissuto per i figli, Rita, di 42 anni, e due gemelli. La moglie Anna non sa che è morto, sa solo che sta male, non hanno avuto il coraggio di dirglielo, è stata operata da poco al cuore, è appena tornata a casa. Ieri un'ambulanza è arrivata in via Sacco e Vanzetti, era per la moglie di Gaetano. La famiglia Randazzo viveva al dodicesimo piano. Lui era nato a Palermo, da una vita a Roma, prima pasticcere, poi fioraio lungo la Togliatti, la moglie lavorava in una ditta di pulizie.
 


11 FRATELLI
Aveva undici fratelli, Tonino, uno di loro ieri non si dava pace, «sono piccolo ma se mi arrabbio non ce n'è per nessuno», diceva sconsolato. Accorso in viale Palmiro Togliatti ha aspettato a lungo che qualcuno gli dicesse per filo e per segno come era morto suo fratello. L'ha visto uscire avvolto alla bell'e meglio in lenzuoli e teli. Quanto alla guardia giurata, l'edicolante sotto lo studio ricorda: «Se lo sono portato via, era un fantasma». Molte persone si sono radunate fuori allo studio per sapere se il medico stesse bene, «è stato colpito anche lui?». Difficile credere che si possa morire così, in quello studio che raccoglie un ampio bacino d'utenza, conosciuto da oltre 30 anni. «Io sono andato via poco prima, potevo esserci io, ma come si fa a morire così», è rimasto a lungo a fissare lo studio, un ragazzo muscoloso, anche lui in possesso del porto d'armi.

 

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