Buche e sprofondamenti
tutta la città in ginocchio

Buche e sprofondamenti tutta la città in ginocchio
di Paolo Barbuto
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Sabato 7 Febbraio 2015, 23:37
D’accordo, piove ininterrottamente da dieci giorni, non è una situazione normale; però date uno sguardo alle fotografie di queste pagine: a voi sembra normale che non una, non due strade, ma l’intera rete viaria della città si accortocci sotto i colpi inesorabili di Giovepluvio?

Domanda retorica, ovviamente: anche a fronte di una situazione meteorologica imprevista ed esagerata, non è logico che l’asfalto delle strade di una intera città si sbricioli come fosse un tappeto di cracker. E allora?



Allora innanzitutto, e giustamente, una gran parte degli automobilisti napoletani si lamenta per il disagio; poi ci sono quelli, arrabbiati, che si sono ritrovati le gomme squarciate dalle buche (venerdì è successo anche a una volante della polizia) e hanno maledetto i padri di questo disastro; infine c’è quella fetta di automobilisti che dentro una buca ci ha lasciato un semiasse o una coppa dell’olio, che oltre all’arrabbiatura e dopo la richiesta d’aiuto al meccanico di fiducia, ha dato mandato all’avvocato per portare in tribunale i responsabili dei danni e chiedere un rimborso.



E sapete chi rimborserà? Ovviamente tutti noi, cari amici napoletani. Avevate dubbi? Si tratta di un argomento che decine di avvocati specializzati in materia conoscono bene e che il linguaggio giuridico chiama «insidia o trabocchetto»: ogni anno «insidie e trabocchetti» che causano rotture di pneumatici, danni vari alle vetture, danni fisici alle persone che inciampano e cadono, pesano sul bilancio del Comune, quindi sulle nostre tasche, per milioni di euro.



E la domanda, avrebbe detto in altri tempi Michele Lubrano, sorge spontanea: ma non sarebbe meglio investire quel denaro pubblico per rimettere a posto le strade invece di usarlo per risarcire i napoletani? Perdonateci, ma anche questa domanda è retorica: evidentemente no, anche se la logica ci sfugge, non è meglio rimettere a posto le strade. Nel frattempo l’assessore alla viabilità, Mario Calabrese, sta tentando di trovare un rimedio.



Ha organizzato una decina di squadre di pronto intervento stradale, ha aperto una pagina web nel sito del Comune per le segnalazioni e cerca di far correre da una parte all’altra della città i suoi guerrieri dell’asfalto. I problema è che nello stesso momento in cui i «guerrieri» hanno finito di coprire una buca, altre dieci se ne sono create in altrettante vie della città: impossibile vincere questa guerra.



E invece Palazzo San Giacomo è convinto che ce la farà. Ieri un comunicato ufficiale ha snocciolato cifre da capogiro: 168 interventi di riparazione buche in una sola settimana, oltre a 90 su fabbricati e a 15 su problemi di rami pericolosi. A proposito di rami pericolosi c’è la parte finale di via Manzoni che si ritrova «prigioniera» dei lavori di giardinaggio: bisogna eliminare i pericoli per cui auto e moto vanno tenute fuori dei parchi.



Gli abitanti si chiedono fino a quando. Però il Comune chiarisce che ci sono ditte specializzate al lavoro per ridurre le zone transennate e limitare i problemi. Tra le voragini più impressionanti delle ultime ore vi segnaliamo quella su via Stazio che riproduciamo nella foto in alto di questa pagina: oltre all’asfalto sta sprofondando anche il marciapiede e si sta portando giù pure un cassonetto dell’immondizia.



Il Comune nel suo comunicato segnala lavori di colmatura buche al Vomero in via Luca Giordano, via Vaccaro, via Cimarosa ma anche su varie parti di via Manzoni. «Molti gli interventi anche nelle periferie della città - sottolinea il comunicato - ma se ne registrano anche alla Sanità in via Don Bosco e in viale Maddalena dove su entrambe le corsie di marcia sono state riparate numerose buche mentre su via nuova del campo sono stati colmati i primi dissesti stradali e gli altri già individuati, entro domani (oggi per chi legge n.d.r.) saranno riempiti».



Gli esperti, però, invitano a non abbassare la guardia.
I veri disastri, quando piove in abbondanza, arrivano dopo: il terreno si secca, perde volume ed elasticità e inesorabilmente cede. Dunque, se sotto la pioggia le strade si sono sfaldate, quando tornerà il bello cosa c’è da aspettarsi?
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