Shutdown, bufera su stop contributo a funerali soldati: prima abolito poi ripristinato

Shutdown, bufera su stop contributo a funerali soldati: prima abolito poi ripristinato
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Mercoledì 9 Ottobre 2013, 21:23 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 18:03

WASHINGTON - Non c' rispetto nemmeno per chi sacrifica la vita per il proprio Paese: le famiglie dei soldati caduti in guerra finiscono nel tritacarne dello 'shutdown', la paralisi della pubblica amministrazione americana, e in America scoppia una feroce polemica.

In condizioni normali, il governo versa ai parenti dei militari morti, nelle 36 ore successive alla tragedia, una somma di circa 100 mila dollari (chiamata 'death gratuity') in modo da contribuire alle spese per i funerali e per la sepoltura, oltre a venire incontro alle prime esigenze. Ora però, a causa della 'chiusurà del governo, alle famiglie dei soldati uccisi in questo weekend è arrivata una comunicazione secondo la quale, in seguito allo shutdown, non riceveranno nulla. Una situazione che ha fatto indignare non soltanto i parenti dei defunti, ma che ha scandalizzato il Paese intero. Furiosa la Casa Bianca: «Ci aspettiamo che il problema sia risolto subito», aveva detto il portavoce Jay Carney. E dopo poche ore la Camera dei Rappresentanti all'unanimità ha varato un provvedimento che ripristina i benefici per i familiari dei caduti.

Il caso è scoppiato proprio nel giorno in cui alla Dover Air Force Base sono atterrate le bare dei cinque militari caduti in Afghanistan. Alla cerimonia ha partecipato anche il segretario alla Difesa, Chuck Hagel, non solo per onorare la memoria dei quattro soldati e un marine che hanno perso la vita, ma anche per portare ai congunti un messaggio di rassicurazione.

«Non ci sono parole per descrivere questa situazione, dobbiamo vergognarci», era stato il duro commento del senatore repubblicano ed ex candidato alla Casa Bianca John McCain. «Queste famiglie hanno già subito una perdita insopportabile, e ora anche questo, a causa di una paralisi vergognosa e imbarazzante», aveva incalzato Harry Reid, leader della maggioranza democratica in Senato. Proprio ai militari, Obama ha rivolto le prime parole subito dopo il blocco dello Stato federale, che dura oramai da otto giorni. «Voi e le vostre famiglie meritate molto di meglio delle disfunzioni che abbiamo visto in Congresso», aveva detto il presidente alle truppe americane attraverso un video-messaggio. Una mossa che ha rilanciato il profilo di un Commander in Chief a fianco di chi si batte e si sacrifica per la libertà e la sicurezza degli Stati Uniti.

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