Il rispetto per una terra in cammino

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Martedì 13 Ottobre 2015, 21:57 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 07:17
C’è un convitato di pietra oggi, alle 17, intorno al tavolo nella sala-incontri del Ministero dei Trasporti a Roma. È l'intera comunità del Salento, con la sua rabbia e la sua delusione per un'ingiusta esclusione, ma anche con la sua voglia di reagire e di far valere i propri diritti. Lì, al centro del tavolo, ci saranno trentamila firme - una cifra straordinaria: trentamila firme - raccolte in poco più di un mese che testimoniano la grande attesa di un territorio. L'attesa per una risposta precisa, netta, semplice. Sì o no. Senza fumo negli occhi, senza soluzioni pasticciate e documenti interlocutori con verbi declinati al futuro come “vedremo”, “faremo”, “realizzeremo”. Sì o no.



Confidiamo nel ministro Delrio, che ha convocato l'incontro, e nel governatore Emiliano, che siederà a quel tavolo con l'ad di Fs Elia, perché venga evitata almeno la presa in giro di quanti si sono mobilitati in queste settimane per affermare un principio di civiltà, di giustizia, di pari opportunità. Lo abbiamo scritto fin dal primo giorno della campagna per il Frecciarossa fino a Brindisi e a Lecce. Questa è una di quelle battaglie che si perde o si vince. Non è previsto il pareggio. Né il rinvio. Anzi, anche in caso di risposta positiva, parlare di vittoria non avrebbe alcun senso.



Perché si tratta solo di restituzione del maltolto nel 2008 (quando il collegamento da Milano con il Frecciarossa arrivava fino a Lecce), si tratta semplicemente di un rimedio a una decisione scriteriata. La vera battaglia comincia un attimo dopo: per l'alta velocità (quella vera) come già esiste sulla dorsale tirrenica, per la metropolitana di superficie capace di collegare l'intero Salento, per le connessioni veloci con l'aeroporto di Brindisi e i porti di Taranto e di Brindisi.



In caso di risposta negativa, invece, si tratterebbe di un colpo duro per il Salento, di una sconfitta storica che va al di là dell'oggetto stesso della contesa. Significherebbe che questa terra - che pure sta dimostrando una grandissima dinamicità mettendosi in cammino verso nuove frontiere di sviluppo - continua a non essere considerata centrale e strategica nei progetti di crescita della Puglia e dell'intero Sud.



Una pesante battuta d'arresto. E un ulteriore, pericoloso segnale di scollamento tra una società che chiede cambiare e una politica che non riesce a rispondere, tra una comunità che vuole costruire il futuro e la sua rappresentanza nelle istituzioni che stenta a essere al passo con i tempi. Questo è giusto saperlo, prima ancora di conoscere l'esito del vertice a Roma. Ed è giusto che lo sappia prima di tutto Emiliano, che si definisce “sindaco di Puglia” e non più solo “sindaco di Bari”. Tocca a lui, oggi, rialzarsi da quel tavolo con la soluzione più giusta e ragionevole per tutti: Frecciarossa fino a Brindisi e a Lecce. Da subito.