Sulmona, diventa uomo e manda
in frantumi il matrimonio della sorella

Sulmona, diventa uomo e manda in frantumi il matrimonio della sorella
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Mercoledì 12 Marzo 2014, 12:22 - Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 08:04
SULMONA - Il matrimonio finisce per colpa della sorella della sposa. Una sorella molto particolare: detenuta in casa della coppia per il reato di rapina, decide di diventare uomo. Un'udienza che non ha risparmiato sorprese quella tenutasi ieri al tribunale di Sulmona dove sul banco degli imputati per i gravi reati di maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona, lesioni e violenza sessuale è finito un imprenditore residente da oltre un decennio a Pettorano sul Gizio. È stato proprio lui, ieri, davanti ad un sorpreso collegio che aveva poco prima ascoltato il teste, a spiegare che quello in realtà non era un teste ma una teste: la cognata-cognato che lo aveva portato all'esasperazione nei due mesi di arresti domiciliari trascorsi in casa sua, parlando di ormoni, operazioni genetiche e tenendo un comportamento poco educativo per i figli. Un'udienza che si è aperta con l'ascolto di una telefonata registrata la sera prima e nella quale la ex moglie lo offendeva e minacciava. Dal canto suo, però, le accuse del «fratello» della vittima hanno disegnato uno scenario inquietante: secondo quanto detto dal teste e riportato anche nel capo d'imputazione, infatti, per anni (dal 2005 al 2009) l'uomo avrebbe maltrattato la ex moglie, impedendole per gelosia di avere una vita sociale, chiudendola in casa per quasi due giorni di seguito senza telefono (tanto che la donna sarebbe stata costretta a fuggire rompendo un vetro), e ancora che le avrebbe impedito di uscire persino sul viale di casa e costretta a non lavarsi per andare a lavoro «per evitare che gli uomini (faceva le pulizie nelle caserme) potessero essere attratti». «Le accuse mosse al mio cliente sono molto pesanti - spiega l'avvocato dell'imputato, Alessandro Tucci - ma bisogna tener conto che sono state in parte ridimensionate dalla stessa parte offesa dopo la denuncia. Si tratta di una vicenda in cui la vera vittima è l'imputato, lavoratore e una persona per bene». Agli atti, però, ci sono anche i referti medici del maggio del 2009, quando la donna venne secondo l'accusa sequestrata in casa e picchiata brutalmente. «Un incidente d'auto - secondo l'imputato - causato da mia moglie».